di Matteo Salvetti
Come nelle favole. Non è un brano di Vasco, bensì il riassunto di Monza Milan. I rossoneri, pallidi e intimoriti, affrontano mille peripezie, sopravvivono, trovano un po’ di coraggio, segnano e vincono una partita pesantissima per la parte alta della classifica. Tutto molto bello: peccato però che il lieto fine, tanto amato dai bambini, vada a scontrarsi con la realtà dei fatti, che vede invece un Milan opaco, confusionario, a tratti tenuto in vita dalla casualità, come nel gol di Reijndeers, realizzato grazie ad un rimpallo fortunoso nell’area di rigore del Monza.
Certo, il risultato dice 0-1. E va bene così. Non va bene però omettere le carenze della squadra di Fonseca, che martedì sera farà visita al Real Madrid, in una partita che visto il quadro di presentazione appare già scontata, almeno sulla carta. E pensare che nonostante il calcio arcaico giocato dal Monza, i rossoneri avevano cominciato la partita con il giusto atteggiamento, salvo poi soffrire gli attacchi ripetuti da parte degli uomini di Nesta, i quali si sono visti annullare persino il gol del vantaggio per un fallo (alquanto dubbio) su Theo Hernandez. Ed è qui che si nasconde il vero problema del Milan: l’assenza di un fuoriclasse nei giocatori di movimento. E’ mai possibile, infatti, che nei momenti di difficoltà non esista nessuno in grado di prendere per mano la squadra, strigliare qualche compagno e spostare gli equilibri della partita dalla propria parte? Tralasciando a tratti Morata, in campo la leadership rasenta lo zero, per fortuna sta in tra i pali. E porta il nome di Mike Maignan (Magic Mike, come lo chiamano i tifosi), vero fuoriclasse di questo Milan: il miracolo effettuato sul colpo di testa di Pedro Pereira vale il prezzo del biglietto, perchè la palla rimbalza pericolosamente e il portierone francese riesce a respingerla con un riflesso felino. Non c’è stato soltanto quell’intervento, ricordiamo anche un tiro di Maldini e qualche ottima uscita, volta soprattutto a trasmettere un po’ di serenità ai difensori rossoneri.
Arriva poi il capitolo Leao. Che non sia il vero fuoriclasse del Milan è risaputo, ma lasciarlo sempre in panchina sembra un po’ esagerato. Intendiamoci: il portoghese non è quel giocatore in grado, oggi, di spostare gli equilibri, ma non è neanche il brutto anatroccolo che deve accollarsi le sconfitte della squadra. Il suo ingresso in campo è stato condizionato da alcune scelte poco efficaci, come il mezzo scavetto tentato a Turati che poteva rappresentare il gol dello 0-2. Oppure, sempre sul finale, una conclusione lanciata alle stelle dopo un ottimo stop in area. Insomma, al momento la versione di Leao è questa. Prendere o lasciare. Nelle prossime ore capiremo che cosa avrà in mente Fonseca per il big match di martedì sera, anche se la speranza, viste le qualità del ragazzo, è quello di vederlo in campo dal primo minuto. Certo, se Monza Milan doveva rappresentare un ottimo banco di prova per presentarsi al meglio al Bernabeu così non è stato, anzi, solo Maignan è in versione Champions. Ma il fuoriclasse non può trovarsi soltanto in porta, serve anche in campo. E ad oggi il Milan questo fuoriclasse non lo ha.