di Matteo Salvetti
Sommer para, Lautaro segna. E’ questo il verdetto di San Siro, con l’Inter che sconfigge di misura il Venezia e si porta a – 1 dal Napoli capolista, in attesa della super sfida di domenica prossima. Dietro la vittoria dei nerazzurri si cela però tanta sofferenza, mischiata ad un brivido di paura sul finale, quando il Var ha tolto il pari agli ospiti per un fallo di mano di Sverko. Sarebbe stata l’ennesima beffa stagionale per gli uomini di Inzaghi, colpevoli ancora una volta di non aver chiuso una partita dominata dal primo minuto e tenuta in vita dai numerosi errori sotto porta di Thuram e compagni.
Per fortuna dei nerazzurri, questa sera due stelle hanno ricominciato a brillare sul prato del Meazza. La prima è ovviamente quella di Lautaro Martinez: il capitano nerazzurro, fantasma fino ad oggi, ha fornito finalmente una prestazione da Toro, lottando su ogni pallone, dando continuità alla prova di Empoli, realizzando insomma un gol (assist al bacio di Dimarco) fondamentale per l’Inter, ma soprattutto per se stesso.
E la seconda stella non può essere che Yann Sommer. Criticato aspramente per i quattro gol incassati contro la Juve, oggi il portiere svizzero merita almeno un 7,5 in pagella. Perché intendiamoci: le critiche fanno parte del gioco, alcune sono costruttive, altre eccessive, ma per chi afferma che Sommer è un portiere “finito” consigliamo di vedere l’intervento felino sul tiro ravvicinato di Oristanio, il quale aveva già le braccia al cielo per esultare. Come se non bastasse, questa volta nella ripresa, l’ex Bayern è stato chiamato agli straordinari pure su Pohjanpalo, a suggellare così una prestazione miracolosa che lo conferma uno dei migliori portieri in circolazione. Una tirata d’orecchie va data però alla difesa dell’Inter, troppo molle in alcune circostanze. La sensazione è che quella solidità che era stato il marchio di fabbrica di Inzaghi nella corsa alla seconda stella stia pian piano svanendo, lo dimostrano i gol incassati, gli errori dei singoli (vedi Bisseck) e il timore che quando difendono i nerazzurri può accadere sempre qualcosa, in bene (i miracoli di Sommer) e in male.
Una piaga questa sulla quale Inzaghi è costretto a lavorare. Perché le prossime sfide (Arsenal e Napoli) risultano già decisive per il percorso in Champions e in campionato dell’Inter. Calhanoglu è rientrato e ha disputato una buona mezz’ora, adesso tocca ad Acerbi, la cui mancanza in difesa si è fatta sentire e non poco. Inzaghi si prende dunque tre punti d’oro, con sofferenza e paura. Ma la sua squadra ha perso solidità e deve ritrovarla al più presto.