C’è chi ne celebra l’eroismo e chi ne denuncia il brigantaggio, chi sposa a pieno la rivoluzione del popolo e chi invece la rigetta bollandola come distruttiva e disonesta. Simeone lo ha fatto di nuovo, ha incarnato la figura del rivoluzionario sfaldando passo dopo passo la vecchia aristocrazia della Liga per consegnare alla sua gente lo scettro di Spagna, quello gestito dai grandi cavalieri della corte, che adesso dovranno celebrare le sue gesta sulla poltrona a fianco del dio Nettuno. La storia è fatta per essere scritta, e adesso possiamo pronunciarlo caldamente: l’Atletico Madrid è campione di Spagna per la settima volta nella sua storia, al termine di un percorso arduo, ostile, a tratti aberrante, ma sempre indirizzato verso quel sentiero sottile che sfocia nella convinzione che tutto è possibile, basta credere fino alla fine per coltivare un sogno e farlo diventare realtà.
SFIDA AL FUOCO:- Un motto che Diego Pablo Simeone ha impresso nella mente della sua gente e che ha trovato conferme anche nell’ultimo atto di questa bollente Liga: una sfida al fuoco in cui i colchoneros avevano bisogno di ottenere i tre punti sul campo del Valladolid, mentre il Real Madrid, distante di sole due lunghezze, avrebbe dovuto battere in contemporanea il Villareal e sperare in un passo falso della capolista. Poteva davvero succedere l’impossibile, soprattutto alla fine del primo tempo, quando l’Atletico era incredibilmente sotto per 1-0 e lo stesso risultato maturava a Valdebebas. Poi, come un tuono che rimbomba a cielo aperto, nei primi 15′ della ripresa è arrivato il punto di svolta: da Madrid giungeva la notizia di un gol segnato da Benzema (sarebbe stato il pareggio), mentre a Valladolid l’Atleti aveva occupato saldamente la metà campo avversaria per rimettere a posto le cose. Nel frattempo, in una frazione di secondo, la rete del Real è stata annullata dal Var, quella segnata pochi istanti dopo da Correa ha invece fatto impazzire tifosi e giocatori. Non per il gesto balistico (destro-sinistro e tocco di punta con palla all’angolino basso) quanto piuttosto per la persona che l’ha realizzata e che ha permesso ai colchoneros di pareggiare i conti. Angel Correa, nato in quel di Rosario nel bel mezzo di una realtà massacrante, ha sempre creduto nei propri sogni pur essendo immerso in un contorno familiare intricato che avrebbe potuto portarlo ad intraprendere brutte strade; appena arrivato all’Atletico Madrid Diego Simeone si è subito preso cura di lui, anzi, lo ha aiutato persino a superare un’operazione al cuore per risolvere un problema che nell’arco di poco tempo lo avrebbe condannato a non praticare attività agonistica. Oggi lo stesso calciatore argentino ha realizzato un sogno e lo ha dedicato alla sua gente, come al suo vero allenatore. Si sono abbracciati caldamente, come due fratelli. E il Real Madrid, che ha vinto al 92esimo grazie ad un gol di Modric, se ne dovrà fare una ragione.
QUALCHE SASSOLINO:- Oltre ai sogni c’è stato spazio anche per le rivincite: chiedete a Suarez, il quale ha sparato il colpo del 2-1 pensando a tutti coloro che già dai tempi del Barcellona lo criticavano in maniera goffa ed eccessiva. Il pistolero, insomma, non si è mai arreso: si è persino messo a disposizione della squadra difendendo in maniera corale e attaccando al momento giusto, come del resto gli ha chiesto Simeone sin dal primo giorno in cui è arrivato al Wanda Metropolitano. I numeri infatti parlano a favore dell’uruguaiano: Suarez ha portato niente di meno che 21 p.t con 21 gol. E chissà al Camp Nou che cosa staranno pensando, proprio nello stadio in cui è approdato il “traditore” Griezmann, l’uomo di fiducia del Cholo che ha voltato le spalle al suo popolo per accendere una fiamma nel ricco mondo aristocratico.
CREDERCI SEMPRE:- Fiducia, lavoro e fatica. Questi i cardini del Cholo Simeone, che se da una parte si è già accaparrato due campionati (nel 2014 e quello di oggi) dall’altra ha fatto capire al mondo come per ottenere il raggiungimento di un sogno sia necessario anzitutto credere nei propri mezzi, perché come direbbe l’argentino “non vincono sempre i più forti, vince chi sa lottare”. Un messaggio onesto che si può rivolgere anche a tutti coloro che praticano un qualunque sport: quante volte abbiamo visto ragazzini che nel calcio, nel nuoto, nell’atletica o in tutte le altre attività si sono arresi in partenza perché non trovavano le giuste motivazioni? Oppure, quanti falsi istruttori cercano di ingannare gli stessi ragazzini sin dalla tenera età per il loro tornaconto personale? Troppi. Il Cholo Simeone insegna anche in questi sensi perché non è il classico signorotto che non affronta di petto le situazioni, è al contrario colui che sprona i suoi giocatori e che ha con loro un rapporto diretto, senza alcuna falsità. Basta chiedere al talento nascente di Joao Felix, relegato in panchina per scelta tecnica a causa della sua incapacità nel sapersi concentrare nei momenti delicati della partita. Non contano i milioni, conta l’atteggiamento. Accanto però al dialogo che non deve mai mancare. Lo disse anche Morata, se hai un problema Simeone è sempre pronto ad ascoltarti.
FILOSOFIA DI VITA:- E guarda caso il nostro atteggiamento è quello che ci consente di vivere la vita ogni giorno. Perché il Cholismo non è il solo catenaccio e neanche l’ottima capacità di difendere vincendo magari con una sola rete di scarto. E non può essere etichettato come macchina da gol, nonostante Suarez. E’ semplicemente una filosofia di vita: affrontare una situazione come se fosse l’ultima, credere nel giusto lavoro, far prevalere l’amicizia all’interesse e non arrendersi mai, perché al termine del temporale c’è sempre un cielo sereno pronto ad accoglierci. Simeone questo cielo lo ha atteso per lunghi anni e ha raccolto le sue ossa dalle dure sconfitte che ha subito più volte (le due finali di Champions perse contro il Real); non si è però mai arreso. Adesso è sul trono di Spagna, meritatamente. Perché non esiste la rassegnazione nel suo dizionario, neanche quando ti trovi davanti giganti come Real Madrid e Barcellona. Se veramente hai quel motivo dentro di te, allora il cuore farà di tutto per farti tornare a casa da campione. Se non lo possiedi, devi arrenderti all’aristocrazia. Non è un film, è lo stile di vita del Cholismo.
@matt_99football