“Santos subito“. Non vogliamo cadere in blasfemia, ma potremmo sintetizzarla così. Il Portogallo strapazza una Svizzera indifesa e lo fa con una rapacità degna di un’aquila di alta montagna. Perché dispone di una rosa eccelsa ed esperta, ma soprattutto perché ha in panchina un signore allenatore, quel Fernando Manuel Fernandes da Costa Santos che in una gara da cardiopalmo non ci ha pensato due volte, fuori dall’inizio Leao (simbolo del Milan), Cancelo e Cristiano Ronaldo. Se per i primi due le polemiche sono state piuttosto velate, toccare Cr7 voleva dire esplorare lidi ignoti, andare contro la storia di un Paese intero ed essere disposto ad accettare la gogna da parte della stampa in caso di cocente eliminazione. Una mossa però che andava fatta ad ogni costo, perché dopo le lamentele di Ronaldo e i battibecchi in conferenza, se Santos avesse schierato l’ex United dal primo minuto avrebbe perso lo spogliatoio, e di conseguenza la credibilità come uomo prima che allenatore.
Per sua fortuna tutto questo non è avvenuto, anzi, se lo è guadagnato lo spogliatoio. Puntando soprattutto su Goncalo Ramos, stella del Benfica e autore di una splendida tripletta. La classica punta di movimento, che semina il panico in area di rigore e che alla minima occasione segna perché ha il gol nel sangue: il bolide che ha fulminato Sommer dopo un quarto d’ora ne è la dimostrazione, così come la perfetta gestione della gara in un palcoscenico che a soli 21 anni può spaventare se hai un briciolo di emozione nelle vene. Accanto a Ramos, ecco l’intramontabile Pepe. Decisivo come al solito, più invecchia e più che sale di livello: la legge inversa dell’umanità, per lui che è il vero simbolo di questa squadra, grazie alla sua esperienza nel gestire una difesa che in passato ha trovato delle difficoltà e nel far crescere ragazzi (vedi Leao) su cui il Portogallo negli anni sarà costretto a puntare.
Sarebbe superfluo citare i talenti che questa squadra manda in campo in ogni occasione, compreso il portiere Diogo Costa, scuola Porto e uno dei migliori prospetti in circolazione. La sensazione è che oltre a Brasile, Francia e Argentina ci sia anche il Portogallo a contendersi il trofeo, sempre se riuscirà a superare il Marocco che nel pomeriggio ha organizzato la “fiesta” alla Spagna. I portoghesi hanno l’onere di provarci fino in fondo, la linea tracciata da Santos ricorda il detto “o la va o la spacca”. Per ora “va”, quindi nel dubbio “Santos subito“, prima che sia troppo tardi.