“Credo che non bisogna mai smettere di pensare in grande e voglio che non smettano mai di pensare in grande; e che l’ambizione, il coraggio, la lealtà dei rapporti siano le virtù per le quali costruire le certezze di ognuno di noi, perché tanto se non sarà oggi sarà domani, se non è domani dopodomani, fra un mese fra un anno, fra cinque anni chi riesce a perseverare nel tempo e con un’ambizione e sana lealtà prima o poi raggiunge le cose“. Parole davvero toccanti che hanno fatto il giro del mondo, pronunciate da Davide Nicola ai tempi della sua esperienza sulla panchina del Crotone. Parole che però ritornano attuali dopo l’Empoli-Torino più pazzo della storia, segnale evidente che quando San Nicola siede alla guida di un club che deve salvarsi la filosofia si concretizza nello sport, regalando emozioni al cardiopalmo a grandi e piccoli, giovani e anziani. Perché c’è un dato curioso: l’Empoli, peggior attacco del campionato, ha rifilato tre gol alla terza miglior difesa del torneo dopo Inter e Juventus. E il modo in cui l’ha fatto è ancora più surreale; rimontati per ben due volte da un ottimo Zapata, i toscani non si sono mai arresi e al 95esimo hanno segnato il gol del 3-2 grazie a Niang.
In quel momento la festa è partita. Tutti ad abbracciare Nicola, che con saggezza, grinta e determinazione è riuscito ad imbavagliare il suo collega Juric e a portare a casa una vittoria fondamentale in ottica salvezza. La scelta di optare su Alberto Cerri in avanti dal primo minuto ha dato i suoi frutti, perché ha permesso all’Empoli di approcciare la gara sul piano fisico e stancare dunque gli avversari. Numerose infatti le sportellate che l’ex Como ha rifilato a Buongiorno e all’intera linea difensiva del Torino, trafitta subito dall’eurogol di Cambiaghi, che sotto gli occhi di Spalletti in tribuna ha piegato le mani a Milinkovic-Savic con un bolide che si è schiantato al sette. Poi, è cominciata un’altra partita. Ed è qui che Nicola ha inserito la sesta marcia. Perché dopo il pareggio di Zapata (grande stacco di testa su un distratto Luperto), il tecnico piemontese si è dimostrato un vero scacchista con un duplice cambio: fuori Cerri e Cambiaghi, dentro Cancellieri e Niang. Mossa geniale. Saranno loro infatti le firme del trionfo dell’Empoli, con due splendide reti che possono essere tradotte in gesto tecnico e furbizia, ma che bastano per regalare tre punti di fondamentale importanza per la salvezza. Chiamatelo pure San Nicola. Certo, non è ancora finita, ma già contro l’Inter i toscani avevano fatto vedere ottimi sprazzi di gioco e una condizione fisica invidiabile. Sensazioni che sono state confermate dal campo e che rappresentano la controprova di come allenatore e giocatori siano sintonizzati sulla stessa frequenza d’onda, per sognare una salvezza che a Natale sembrava impossibile. Perché, come afferma lo stesso Nicola, chi riesce a perseverare nel tempo prima o poi i sogni li raggiunge.
Matteo Salvetti