Un opaco Real sbatte contro il muro eretto da un pimpante Villareal. Sul tabellino del Santiago Bernabeu è scolpito uno 0-0 passivo, con qualche leggera invenzione e tanta noia, almeno dalla parte madridista. Dimentichiamoci le goleade, i regali degli avversari e, soprattutto, i gol segnati nel quarto d’ora finale: Unai Emery, con il suo esercito in giallo, dopo essersi laureato lo scorso anno vice campione d’Europa, ha dimostrato ancora una volta come mettere in difficoltà le grandi squadre. E il Madrid è caduto come una foglia in pieno autunno nella trappola imbastita dal tecnico spagnolo.
IL TRUCCO DI ANCELOTTI:- Erano cinque le vittorie consecutive del Real Madrid, tra campionato e coppe. A questo giro il rullino si è inceppato perché le merengues, sulla scia dell’ottimo successo per 6-1 contro il Maiorca, hanno creato pochissime occasioni, soprattutto nella prima frazione di gioco, quando il Villareal non aveva ancora cominciato a chiudersi nella propria metà campo, anzi, preferiva impostare da dietro per cercare un pertugio nella difesa madridista. Ancelotti, ormeggiato sulle qualità intrinseche di Modric e sulla fisicità di Casemiro, ha consigliato dalla panchina di cercare ripetutamente Benzema, ma i suoi lo hanno ascoltato fino ad un certo punto: il fenomeno francese, infatti, è stato imbrigliato sia dall’ex Napoli Albiol che dal fuoriclasse Pau Torres. Carletto deve ringraziare semmai il suo portiere, Thibaut Courtois. Splendida la prima parata della serata sul potentissimo rasoterra di Danjuma, il quale nel corso della partita sarà protagonista in almeno altre tre circostanze, quasi tutte neutralizzate dal portierone belga. E’ proprio vero, al momento Courtois è il miglior numero 1 al mondo. Il primo tempo dunque si è concluso con pochissime occasioni da annotare sul taccuino, mentre nell’intervallo Ancelotti ha provato a giocarsi il suo trucco, Camavinga. Diversamente da quanto avvenuto contro Celta Vigo, Inter e Valencia, il fortissimo centrocampista centrale non ha brillato come suo solito, poche occasioni create, solo quella finale nella quale per poco un colpo di testa beffardo di Isco non ingannava Rulli e l’intera retroguardia del Villareal.
OLD STYLE:- Come si ferma questo Real? In vecchio stile. Modulo 4-4-2. Parole d’ordine: compattezza, unione, precisione. Era il vecchio abc del calcio, oggi (purtroppo) certe logiche e certe credenze sono state trasportate via dal “fascino illusorio dell’evoluzione”. Persino la grafica spagnola ha schierato in campo il Villareal con un 4-3-3 offensivo, venendo però smentita dall’evidenza. Unai Emery, dunque, ha dimostrato che i vecchi centrocampisti uniti nelle vesti di un esercito davanti alla difesa possono fermare anche talenti cristallini come Modric, Camavinga e Asensio. Per quanto il Real Madrid abbia cominciato a spingere sin dai primi minuti della ripresa, la retroguardia del Villareal ha retto senza neanche troppe pressioni: i due interpreti in mezzo al campo, Coquelin e Parejo hanno schermato gli avversari e permesso a Paco Alcacer e Yeremi Pino di creare qualche grattacapo dalle parti di Courtois: alla fine gli ospiti potevano pure vincerla se Pau Torres non avesse fallito una palla con scritto spingimi davanti alla porta. Segnali evidenti di come il Real scricchioli in fase difensiva, con Alaba e Militao che non hanno ancora raggiunto l’intesa vincente per far dimenticare Sergio Ramos.
L’INTER OSSERVA:- Simone Inzaghi non è un difensivista e neanche un maestro dell’ordine. Lo ha dimostrato contro l’Atalanta e ancor di più a San Siro con il Real, quando è stato sconfitto immeritatamente sul finale della ripresa. La prestazione del Madrid di questa sera insegna però che a volte nel calcio occorre usare la logica, difendendo a denti stretti senza rischiare troppo. Perché anche le big possono avere nella loro casa alcune rogne: il Bernabeu infatti soffre molto le squadre ordinate e chiuse come quelle di Emery, molto meno invece chi ama giocarsela a viso aperto rischiando addirittura l’imbarcata. Mancano ancora mesi all’ultima giornata di Champions, però il Real dimostra di avere un esercito possente che deve ancora diventare una macchina da guerra infallibile. Ancelotti ha chiesto tempo, se poi arriverà Mbappè a gennaio ogni discorso sarà sovvertito in un solo attimo.