Se dall’alto della Torre è visibile il mare, dall’Arena Garibaldi i playoff per la Serie A. Il Pisa è ufficialmente dentro, con 22 punti conquistati e con l’undicesimo risultato utile consecutivo, quello che ha permesso ai nerazzurri di scalare posizioni in classifica e di “ritornare” a sognare, dopo la beffa subita lo scorso giugno contro il Monza. Nessuno un mese fa avrebbe avuto il coraggio di pronosticare tutto questo: se l’addio di Maran ha rappresentato la guarigione dal morbo della paura, il ritorno di D’Angelo ha rivitalizzato l’ambiente e gli stessi giocatori, che sono tornati a mettere al centro dello spogliatoio il “gruppo” e non la propria individualità.
Neanche la pioggia battente ha fermato Torregrossa e compagni. E dietro al 2-0 rifilato all’Ascoli c’è molto, se non tutto, dell’umore che si respira in città: la squadra è coesa, motivata e agguerrita, soprattutto quando la gara si fa spinosa come è stato nel primo tempo. La compattezza di un volpone come Barba e la “cattiveria” di Hermannsson sono solo due delle immagini accattivanti di questo Pisa, perché poi subentra il capitano Marin e l’esperto Torregrossa, che sotto il diluvio e poco prima dell’intervallo ha avuto la freddezza di segnare il rigore dell’1-0 facendo il cucchiaio a Guarna.
E’ la mentalità di un gruppo che si è ritrovato e che ha capito di poter raggiungere ogni traguardo. Domenica sera i nerazzurri faranno visita alla capolista Frosinone, per poi tornare all’Arena Garibaldi sabato prossimo contro il Brescia. Curioso il fatto che se l’obiettivo stagionale sono sempre stati i playoff, il secondo posto (che vuol dire Serie A diretta) occupato dalla Reggina dista 7 punti, che non sono pochi ma nemmeno così tanti. Il Pisa al momento non ci pensa, ma se la scalata continuerà farebbe bene a farci un pensierino, per evitare beffe e perché se dalla Torre è visibile il mare, dall’Arena comincia ad essere visibile la Serie A.