Dall’Inferno al Paradiso passando per il Purgatorio. Il “tuffo” di Cuadrado e la prestazione orrorosa di Calvarese in Juventus-Inter hanno sconvolto anche gli animi più placidi, per un finale di stagione che sarà bollente, sulla scia di quello degli scorsi campionati, pronto a pronunciare i nomi delle due squadre che potranno accedere alla prossima edizione della Champions League. Il Milan di Pioli fallisce dunque l’acquisto del pass per la massima competizione europea: avrebbe dovuto conquistare la vittoria contro il Cagliari, invece è riuscita ad ottenere un misero pareggio a reti inviolate che lo obbligherà di fatto a vincere a Bergamo, considerando la quasi certa vittoria della Juventus sull’innocuo Bologna. Una gara lenta, macchinosa e gestita con il freno tirato da parte degli uomini di Pioli, i quali sono sbattuti sul muro eretto dalla squadra di Semplici che poche ore prima di scendere in campo aveva festeggiato la salvezza grazie al pareggio del Benevento. Motivo in più per cui la partita non sarebbe stata vibrante, anzi, avrebbe assunto il solito tatticismo italiano che danneggia i giocatori di qualità premiando invece chi mette il fisico al posto della tecnica: e infatti il migliore in campo è stato Diego Godin, vero baluardo difensivo nonché leader di un Cagliari che ha trovato la salvezza anche grazie al suo Faraone.
TATTICISMO STERILE:- La solita gara all’italiana, rimasta tale per tutti i primi 45′. Milan che prova a fare la partita, Cagliari racchiuso dietro la linea della palla pronto a sfruttare i pochi spazi a disposizione per ripartire in contropiede. Pioli aveva mandato in campo il solito 4-2-3-1 offensivo poggiato su Rebic come unica punta e Brahim Diaz sulla linea della trequarti, per sfruttare al meglio le corse di Saelemaekers e le prodezze (non viste) di Calhanoglu. Il Cagliari invece faceva leva sulla fisicità di Pavoletti e sull’imprevedibilità di Joao Pedro. Le occasioni da gol sono state latenti: da ricordare solo una conclusione provata da Saelemaekers e parata da Cragno in calcio d’angolo senza troppe difficoltà. Ci ha provato persino Calabria a segnare la rete della domenica, ma il suo tiro è finito largo. Chi invece è stato in grado di sventare alcune amnesie difensive rossonere è Kjaer, il migliore in campo dei suoi con due ottimi interventi difensivi soprattutto quando il Cagliari portava Lykogiannis e Nainggolan al limite dell’area di rigore per sfruttare la fisicità di Pavoletti. Ha ottenuto una serie di calci d’angolo per provare a premere il grilletto, ma la difesa rossonera è stata insuperabile. Così come il tatticismo, che si sarebbe alleviato solo nel secondo tempo.
I MIRACOLI DI DONNARUMMA:- La ripresa ha avuto un solo protagonista: Gigio Donnarumma. Proprio il più bersagliato per la questione rinnovo è stato colui che ha salvato i suoi da una sconfitta ancora più bruciante con due ottimi interventi. Il primo lo ha realizzato al 54′ su colpo di testa vincente di Pavoletti, il quale si è inserito alle spalle di un distratto Kjaer pronto a colpire a rete se non si fosse trovato davanti il portiere della Nazionale italiana. Donnarumma si è ripetuto poco dopo questa volta su Godin, anche lui esperto nel saltare di testa sugli sviluppi da calcio d’angolo e costringere l’estremo difensore rossonero a togliere la palla dall’angolino. Due squilli che curiosamente sono state le due occasioni più ghiotte dell’intera partita: il Milan infatti non ha mai impegnato Cragno, suscitando un detto tipico del più grande giornalista sportivo di tutti i tempi, Gianni Brera.
MASTURBATIO GRILLORUM:- Proprio così avrebbe detto il genio di San Zenone al Po. Utilizzava questo gergo quando una squadra dominava il possesso palla ma non riusciva mai ad entrare nell’area di rigore avversaria con quella convinzione che trasforma i giocatori da perdenti a vincenti. Così il Milan, allineato sull’asse Kessie-Diaz senza mai riuscire a sfruttare gli strappi e le giocate vincente del duo Leao-Rebic, con il portoghese entrato solo nel secondo tempo. L’unica occasione è capitata sui piedi di Castillejo, il quale a neanche due metri dalla porta non è riuscito a toccare lucidamente la palla e a indirizzarla in rete. L’assenza di Ibrahimovic ha pesato come un macigno, al punto che negli ultimi minuti Pioli si è regalato la mossa dell’Ave Maria lanciando dentro persino Mandzukic: troppo pochi i cinque minuti di recupero per permettere al croato di incidere. E così la Masturbatio ha colpito, decretando un finale struggente e spaventoso per il Diavolo rossonero.
VINCERE A BERGAMO:- Con la Juve che sicuramente vincerà a Bologna e con il Napoli che si sbarazzerà del Verona al Milan resta solo la strada della vittoria contro l’Atalanta già certa del piazzamento in Champions. Conoscendo la banda di Gasperini che gioca con la testa libera anche quando rischia di affondare dalle pressioni, la vetta pare al limite dell’impossibile se il Milan è quello visto contro il Cagliari. Pioli dovrà lavorare sulla testa dei suoi ragazzi ed evitare di giocare sugli strani incastri che solo le ultime giornate possono regalare. Nessuno (tantomeno Gasperini) gli regalerà niente. Perché come ha detto Klopp in Champions va chi se lo merita. E il Milan, se vorrà, quel pass lo ha ancora a portata di mano.