“Meglio stare con quelli che hanno fortuna che con quelli bravi“. Così Massimiliano Allegri nel post partita di Toro-Juve. Il tecnico livornese ha rispolverato il detto di un vecchio amico, per rispondere ad una domanda nella quale si chiedeva una spiegazione sulla partita “fortunosa” dei bianconeri, che proprio nel derby della Mole vantano spesso vittorie all’ultimo secondo, come il gol di Pirlo al 94esimo di otto anni fa. A dirla tutta la rete di Vlahovic è arrivata a un quarto d’ora dalla fine, e se il Torino avesse avuto un attacco quantomeno competitivo avrebbe tentato il forcing finale con maggiore convinzione. Ma tutto questo non conta nella testa di Allegri, perché dopo tali dichiarazioni il buon Max riconosce la fortuna e condanna la bravura: il tracollo di martedì scorso è rimasto inciso sulla pelle, e in quei momenti un allenatore che ha il compito di guidare un top club vorrebbe sprofondare dalla vergogna e fuggire via, verso mete lontane. L’idea del ritiro non è stata così malvagia, visto e considerato che i giocatori hanno avuto modo di parlare e di preparare al meglio la sfida con il Torino. Ma le dichiarazioni di Allegri e il futuro della Juventus continuano a far preoccupare i tifosi.
La fortuna aiuta gli audaci. Potremmo risolverla così, anche se al momento tra le fila dei bianconeri domina un sentimento di rassegnazione, come un cerino acceso per misericordia, alla ricerca di un posto prezioso nella ruota della fortuna. Perché il gioco latita, il malcontento nei confronti di Agnelli è marcato di settimana in settimana e c’è l’obbligo di far svoltare una stagione. La Juventus vista contro il Torino non può bastare e Allegri lo sa: serve un filotto importante, magari condito da due ottime partite in Champions anche se il percorso europeo è compromesso. Dovesse mai arrivare una retrocessione in Europa League, la Juve avrà il dovere di portarla in fondo, senza abbandonare quantomeno l’ambizione del quarto posto in campionato, che vuol dire Champions ma anche boccata di ossigeno per le casse di un club in profondo rosso. E ritorniamo dunque al detto di Allegri: non serve la bravura, occorre la fortuna. Il detto di un uomo che ormai sembra rassegnato.