Sotto il cielo del Camp Nou c’è una nuova stella che splende di una luce propria. E’ quella di Kylian Mbappè, poderosa come Ulisse e brillante come la dea Astrea. Insieme ai suoi compagni e al nuovo allenatore Pochettino, il centravanti francese ha scritto la storia, segnando una tripletta e sconquassando un Barcellona che non è mai sceso in campo. Decisivi i suoi strappi, le sue giocate tra mille gambe e la sua cattiveria agonistica, che ha permesso al Psg di ipotecare con una gara di anticipo la qualificazione ai quarti di finale. Il risultato è pesante in tutti i sensi: difficile vedere un 4 a 1 in trasferta (soprattutto al Camp Nou), non impossibile però quando davanti possiedi pedine dal valore di Icardi, Kean e lo stesso Mbappè. Con una curiosità: erano fuori sia Di Maria che Neymar. La vendetta per quel 6-1 incassato nel 2017 è stata servita su un piatto di argento, nello stesso campo, anche se in assenza di tifosi.
Tifosi che avrebbero comunque riconosciuto una vittoria più che meritata, frutto di un bel gioco e di un bombardamento che non ha lasciato scampo al povero Ter Stegen. Il Psg ha cominciato la partita con il giusto atteggiamento: pressing alto, possesso palla e precisione in area di rigore. Mauricio Pochettino, alla sua prima panchina europea con il nuovo club, ha mandato in campo una formazione ultra-offensiva, nonostante l’impiego di Verratti nelle vesti di playmaker basso, almeno nei primi minuti. Si è ritrovato immeritatamente sotto a causa del calcio di rigore segnato da Messi, ma spostando proprio il centrocampista italiano nella posizione di trequartista ha svoltato la manovra della sua squadra: dai piedi di Verratti è partita infatti l’azione del pareggio, la quale ha permesso a Mbappè di aggirare come un birillo Lenglet in area di rigore realizzando il gol che ha rimesso tutto in piedi. Una furia implacabile, smorzata nel primo tempo solo dai guantoni di Ter Stegen, il quale è però precipitato nella ripresa, sotto i colpi del solito mordente innescato da Pochettino ai suoi uomini. Come al solito, anche il gol del 2-1 lo ha segnato Mbappè sfruttando un assist al bacio di Florenzi e una deviazione di Pique, decisiva per aprire lo specchio della porta al numero 7. Si sarebbe ripetuto nei minuti finali con il destro al giro che ha battuto il portierone tedesco per la quarta volta, eppure pochi minuti prima di questa splendida giocata c’è stato spazio anche per l’italiano Kean, autore del gol del 3-1 e protagonista assoluto di una splendida partita. Il poker è servito.
Che pena, invece, il Barcellona. Trafitta nel suo orgoglio, senza mordente e in balia dell’avversario. L’ennesima prestazione horror di un club che non è riuscito neanche per qualche minuto ad applicare quella che il buon Gianni Brera definiva “Masturbatio grillorum“. Non ci sono parole per descrivere la prestazione offerta dagli uomini di Koeman. L’unico salvabile è il povero Ter Stegen, protagonista anche lui di due svarioni con i piedi che potevano costare caro, ma il solito supereroe che con almeno quattro parate decisive (una strepitosa sul piazzato di Kurzawa) ha permesso ai suoi di non affondare già nel primo tempo. Purtroppo per lui e per i suoi tifosi, il naufragio è arrivato prontamente nella ripresa, sulla scia di quanto visto nella passata estate contro il Bayern Monaco.
Questa volta però i problemi sono maggiori. Perchè ad esempio Leo Messi è stato “costretto” a restare? Che progetto è quello iniziato da Koeman? E la società strapiena di debiti riuscirà a garantire nell’immediato futuro un minimo di stabilità? Tutte questioni irrisolte che il Barca si porta dietro da settembre e che vengono espiate prontamente sul campo. Già dalla faccia di Messi e dalle sue prestazioni è eloquente che qualcosa non quadra, con un gioco-forza che rischia di assumere contorni paradossali. Ci ha pensato il Psg a prendere le sembianze del Bayern, addirittura con un ritorno da giocare al Parco dei Principi. Credere in una rimonta catalana è utopia pura, perché la squadra che rimontò il 4-0 nel 2017 aveva una qualità eccelsa che questo Barcellona neanche si sogna. E’ più facile immaginare Pochettino agli ottavi, per la preoccupazione di chi lo troverà.
Si sono aperti ufficialmente i nuovi “minuti di piombo“. Saranno novanta, quelli che separano dal verdetto che decreterà il passaggio del turno. Poi, si apriranno le docce della critica. Le notizie arrivate dal primo atto raccontano di un Messi in calo e di un Kylian Mbappè pronto a sostituirlo. Lui, che è stato l’incubo dell’argentino anche nell’ultimo mondiale, adesso si è ripetuto. Ha scritto la storia al Camp Nou, e con ogni probabilità continuerà a scriverla al ritorno. Che si giocherà al Parco dei Principi. Non può essere un caso.