Se l’avvento del Coronavirus ha cambiato radicalmente le abitudini del mondo intero, un piccolo frammento del passato si è conservato ancora intatto: quando il Manchester United arriva in casa del Psg soffre, vince e convince. Una notte da sogno per i Red Devils e per il martoriato Solskjaer, il quale per qualche ora potrà incoronare i suoi giocatori nelle vesti di principi, proprio nel tempio in cui vengono ospitati i “Principi”. Una gara sofferta, piena di cambi di fronte e assai emozionante per tutti i tifosi neutrali. Che sarebbe stata una serata imprevedibile si poteva intuire, anche osservando i due schieramenti in campo. Da una parte Tuchel decide di lanciare Florenzi dal primo minuto e di affidarsi al tridente pesante, formato da Di Maria, Mbappe e Neymar. Dall’altra parte, invece, scelte obbligate e puramente improvvisate per Ole Gunnar Solskjaer, vista l’infermeria piena; secco 5-3-2 difensivo, con Tuanzebe adattato a centrale di difesa assieme al duo Lindelof-Shaw e con l’impiego dal primo minuto del nuovo arrivato Alex Telles, autore tra l’altro di un’ottima prestazione.
PRIMO TEMPO UNITED:- Nel primo tempo pochissimo Psg e tanto Manchester United. Dopo un inizio incoraggiante da parte dei francesi, con due conclusioni neutralizzate da De Gea, sono partiti i problemi per Tuchel. Possesso palla sterile e avversari nascosti dietro la linea del centrocampo per sfruttare ogni minimo errore. Da un’ingenuità di Diallo nasce infatti il calcio di rigore assegnato allo United; Bruno Fernandes si presenta sul dischetto, se lo fa parare da Keylor Navas ma per sua fortuna il numero 1 del Costa Rica oltrepassa con entrambi i piedi la linea di porta e il rigore va ripetuto. Solito saltello, palla in rete e vantaggio per il Manchester. Come se non bastasse, i parigini non provano neanche una minima reazione, anzi, sono proprio i Red Devils che in più di un’occasione si avvicinano minacciosamente nell’area di rigore del Psg. Un primo tempo a forti tinte inglesi, sotto la luce della Torre Eiffel che piange il mini lockdown della sua città.
MARTIAL, CHE COMBINI?- Il Manchester costruisce e poi distrugge. Prima una super parata di De Gea su un tiro insidioso di Mbappe, poi il clamoroso episodio che regala il pareggio agli uomini di Tuchel; calcio d’angolo offensivo e scellerato autogol di Martial, che nel tentativo di difendere la propria porta mette la palla in rete condannando di fatto i propri compagni. Sembrava la fine di tutto, eppure la partita è entrata ancora di più nel vivo, con i due portieri che si superano in più occasioni. Straordinario per ben due volte Keylor Navas, il quale nega la gioia del gol a Rashford con una parata da hockey e tiene a galla i suoi. Peccato però che alla fine anche lui dovrà capitolare, quando dai piedi dell’inglese parte un missile rasoterra che picchia sul palo e finisce in rete. Vantaggio United, che soffre un po’ alla fine ma si porta a casa 3 punti prestigiosi in ottica qualificazione.
SOLSKJAER STRATEGA:- Se Tuchel ancora una volta si è dimostrato un allenatore inadatto ad allenare una grande squadra, non si può dire così per il suo collega avversario. Ole Gunnar Solskjaer, finito troppo spesso sul banco degli imputati ricorderà la notte di Parigi come quella delle scommesse andate a buon fine. Avendo l’infermeria piena si era aperta ufficialmente l’emergenza difensiva, viste le assenze di Maguire e Bailly. E allora? Secco 5-3-2, con Tuanzebe e Shaw adattati a terzi di difesa e Wan Bissaka, il migliore in campo, a correre ininterrottamente sulla fascia. I rischi di subire un’imbarcata erano altissimi, eppure alla fine la tela di Solskjaer ha mostrato i suoi frutti, con il trio Di Maria, Neymar e Mbappe che ha sbattuto più volte sul muro eretto dagli inglesi. Se questa vittoria salverà al momento la panchina del norvegese non lo sappiamo, ma considerando il trionfo scontato del Lipsia sul Basaksehir questi tre punti sono fondamentali. Sull’altro versante il triste e insofferente Tuchel, sempre più sulla graticola e ormai in collisione totale con Leonardo. Chissà se Allegri avrà preso appunti, proprio nella notte in cui Rashford e compagni sono diventati principi di Francia.