Alla fine la differenza l’ha fatta la furbizia. Quella dei campioni del Liverpool, che da grande squadra qual è si è messa a difendere il risultato con il fraseggio. Non quella dell’Inter, che invece già all’andata aveva regalato lo 0-2 di Salah ipotecando virtualmente la qualificazione dei Reds. Bene, se i nerazzurri a San Siro si fossero messi a difendere il risultato in ottica ritorno come ha fatto ieri sera il Liverpool, probabilmente saremmo qui a discutere di altro. Perché l’Inter ci ha creduto e ha giocato come tutti i suoi tifosi gli chiedevano: è stata fortunata in almeno tre circostanze e ha colpito nel momento giusto grazie ad un eurogol di Lautaro, migliore in campo assieme a Vidal. Il rammarico più grande è semmai l’espulsione per doppio giallo di Sanchez, che nel momento in cui la sua squadra era passata in vantaggio ha colpito sulla caviglia Fabinho in un contrasto e l’arbitro Lahoz (giustamente) lo ha dovuto cacciare dal campo. Da quel momento è cambiata la partita.
Perché l’Inter, sfiancata e posseduta mentalmente dalla fatica, non aveva più energie e il Liverpool, avvertendo la pressione, ha congelato di fatto il passaggio del turno.
Ma Klopp temeva i nerazzurri. E lo si è capito subito dall’atteggiamento dei suoi giocatori, troppo timidi nell’attaccare e incerti nel difendere. Il primo tempo, che da queste parti solitamente è un funambolo, si è svolto sulla scia del tatticismo italiano, gestito a dovere dal fraseggio di Brozovic, da qualche scorribanda di Bastoni e da alcune improvvisate di Perisic sulla fascia. Più timido Dumfries sull’altro lato. L’Inter gestiva limpidamente la manovra, e il Liverpool la assecondava, creando però le vere occasioni da gol: se Matip avesse centrato la porta anziché la traversa (Handanovic era battuto) la partita sarebbe cambiata in favore dei padroni di casa. Non l’ha fatto e allora Inzaghi e i suoi ci hanno creduto ancor di più.
Quando poi nella ripresa sugli sviluppi di un’azione confusa Handanovic è uscito con un grande intervento su Jota e Salah ha centrato il secondo palo della serata l’umore e il destino sembravano aver strizzato l’occhio all’Inter, a differenza dell’andata. Lautaro l’ha accarezzato, quel destino: poesia pura il suo gol di destro sotto l’incrocio dei pali. Solo uno scellerato intervento di Sanchez poteva obnubilare la serata, perché diciamolo apertamente, senza quell’espulsione avremmo assaporato un finale totalmente diverso ad Anfield. Ciò non è avvenuto, ma gli uomini di Klopp ci hanno messo del loro: terzo palo di Salah (doppietta di legni per lui) e miracoloso intervento di Vidal nei minuti di recupero.
Perché l’Inter è stata pure fortunata. E il Liverpool, guardando soltanto il dato statistico delle occasioni ha meritato il passaggio del turno. Un po’ meno sotto l’aspetto del gioco, visto che i nerazzurri non sono sembrati così distanti dagli inglesi. La differenza però l’ha fatta la furbizia. Quella che l’Inter non ha avuto dopo il gol di Firmino a San Siro, e che dovrà mostrare in Europa già a partire dalla prossima stagione.