Nell’ultima gara di Premier League di questo 2020 il verdetto per l’anno prossimo è stato lanciato: ritorna dopo tanto tempo la vera lotta al vertice, così come la conosciamo. Sì, perché la classifica è sotto gli occhi di tutti, precisa come un orologio inglese. Il Liverpool è al comando, a quota 33 punti, mentre il Manchester United reduce dalla vittoria ottenuta in extremis contro il Wolverhampton lo segue a sole tre distanze, con una partita in meno. Ironia della sorte, la sfida è stata lanciata proprio a conclusione dell’aggressivo 2020. Un ritorno al passato illustre del calcio d’oltremanica, per prepararsi al meglio all’anno di uscita dalla pandemia, almeno questa è la speranza. Merito anche del Newcastle guidato dall’ex di turno Steve Bruce, il quale ha vestito proprio la casacca dei Red Devils per nove anni, disputando 414 gare e segnando 51 reti. Si è ricordato come fare per fermare i rivali eterni del Liverpool, mandando in campo una squadra ultradifensiva al limite dell’anti-calcio e ottenendo comunque un pareggio a reti inviolate preziosissimo, per il morale e per la classifica. Dall’altra parte invece Jurgen Klopp avrà molti temi su cui ragionare, perché ancora una volta la sua squadra non è riuscita a strappare tre punti, dopo l’uno a uno maturato ad Anfield contro il West Bromwich.
Sotto il nevischio del St. James’ Park nonostante i numerosi problemi da una parte e dall’altra, i Reds non hanno trovato dalla loro parte neanche la buona sorte: quattro palle gol clamorose, fallite miseramente. Il migliore in campo del Newcastle è stato sicuramente il portiere Darlow, il quale si sarà guadagnato il ruolo da titolare dopo una prestazione del genere. Tre miracoli, uno più decisivo dell’altro. Nel suo primo intervento, il portiere inglese ha sbarrato la strada a Salah toccando con il guanto destro un pallone che sarebbe finito all’angolino. Si è poi ripetuto con un buon riflesso a fine primo tempo e ha nuovamente scaldato la sua reattività a pochi minuti dalla fine della partita, quando ha salvato la sua squadra grazie ad una prodezza su un colpo di testa a botta sicura di Firmino. Bruce e i suoi giocatori dovranno fargli una statua perché ancora una volta il gioco dei Magpies latita, troppa difesa e pochissimo attacco. Se non fosse stato per Darlow, avrebbero perso in casa per l’ennesima volta. Il Liverpool non ne ha approfittato, anzi, senza il miracolo di Alisson nell’unica vera occasione creata dal Newcastle, i Reds avrebbero potuto subire anche una beffa atroce.
Per capire il momento che sta attraversando Klopp basta guardare il suo volto: deluso, spento e spesso incredulo. Una flessione era prevedibile, al termine di una stagione stratosferica come quella passata. La sensazione però è che il suo Liverpool non sia più una squadra imbattibile. Ha già concesso venti gol, ne ha segnati trentasette, ma quel gioco avvolgente e diretto che aveva ammaliato i nostri volti passionali sembra essersi smarrito sotto una lentezza un po’ troppo pesante. Come se gli avversari avessero cominciato a prendere le giuste misure, soprattutto sul tridente composto dagli intramontabili Salah, Manè e Firmino.
Nel frattempo, però, la lotta al vertice tra le vere big di Inghilterra è tornato. Il Manchester United di Solskjaer insegue con la speranza di vincere il recupero contro il Burnley per portarsi chissà mai al pari dei Reds. Anche le altre dietro non scherzano, Tottenham e City su tutte. Sarà una Premier scoppiettante che abbraccerà il nuovo anno con un semplice proposito: continuare a mettere davanti a tutto lo spettacolo. Se le premesse sono queste ci riuscirà sicuramente, con la rivalità eterna tra Manchester United e Liverpool che è tornata e che anche in un contesto pandemico porterà un po’ di luce nel bel mezzo del tunnel.