Chiamatelo “effetto Conte”. Oppure, se vi piace di più, “valanga Conte”. Il senso del discorso non cambia, perché lo shock psicologico che soltanto una settimana fa si era abbattuto sull’intera galassia partenopea sembra essersi sciolto come neve al sole. Da ormai troppo tempo infatti il Maradona non ospitava una squadra così padrona del proprio campo, dotata di unità d’intenti e capace non solo di gestire correttamente la palla, ma anche di colpire al momento giusto facendo di necessità virtù. A farne le spese il povero Bologna, surclassato da una splendida rete di Di Lorenzo, una conclusione vincente di Kvara e un gol di Simeone su assist perfetto di Neres. In mezzo tante altre potenziali occasioni da una parte e dall’altra, su tutte un’ottima uscita di Meret a salvare la porta dei suoi.
Ma il merito di questa rinascita porta la firma di Antonio Conte: in una settimana l’ex tecnico di Juve e Inter ha “schiaffeggiato” il suo passato ricco di sceneggiate teatrali, prendendosi questa volta la responsabilità per lo scivolone di Verona e cercando di iniettare nei giocatori il giusto antidoto per non incubare i numerosi virus delle passate gestioni. E la squadra ne ha risentito in positivo, lo dimostra il bellissimo gesto di appartenenza mostrato da Di Lorenzo nei confronti della curva Sud dopo il gol del vantaggio.
Eppure, il meglio “dovrebbe” ancora venire. Il condizionale è d’obbligo perché la trattativa che porta a Romelu Lukaku è avviata ma non ancora conclusa. Il belga rappresenterebbe proprio lo spartiacque per una stagione da leoni, vista la presenza di Conte in panchina. Un sodalizio cui i napoletani hanno già cominciato a pensare, con la nostalgia e il sentimentalismo che da queste parti fanno da padrone, quel sogno di vedere in azzurro la coppia che ai tempi dell’Inter ha sfracellato le altre contendenti al titolo.
Mancano pochissime ore alla fine del mercato e la palla passa a De Laurentiis. Fare un ulteriore sforzo come Marotta anni fa oppure tirare indietro il braccino? Da qui passerà gran parte del campionato del Napoli e dell’umore di Conte, che forse oggi più che mai ha davvero bisogno del “suo” Lukaku per svoltare definitivamente.