Una sofferenza che si traduce in vittoria. L’Arsenal espugna il Selhurst Park e vince il primo derby londinese ai danni di un Crystal Palace tignoso e propenso alla lotta: decisivo il gol su rigore nella ripresa di Martin Odegaard, che ha permesso ai Gunners di sbloccare una gara complessa, soprattutto per i meriti dei padroni di casa e per l’ingiusta espulsione di Tomiyasu a metà del secondo tempo. Arteta dunque festeggia il secondo successo consecutivo e si porta a quota sei punti in classifica, al pari di City e Brighton. Diversamente dalla passata stagione la sua squadra adesso è in grado di lottare senza lasciar nulla al caso, complice anche l’arrivo di Declan Rice, che ha portato ordine in un centrocampo che fino a qualche mese fa peccava di impulsività. Oggi gli uomini di Arteta hanno creato un sodalizio perfetto, che però necessita di qualche ritocco per poter sognare in grande.
Se la difesa sembra aver trovato la giusta quadratura grazie agli esperimenti effettuati dal manager spagnolo e il centrocampo ribolle di qualità con gli ultimi innesti, è doveroso sottolineare come l’Arsenal sia priva di una punta. Il classico numero nove in grado di finire in doppia cifra al termine di ogni stagione, capace di colpire quando serve e tener palla nelle situazioni di sofferenza, un po’ sulla scia del rovente finale avvenuto contro il Palace, quando gli uomini di Hodgson hanno assediato la retroguardia dei Gunners creando pesanti grattacapi da gestire. In quel momento è mancato l’attaccante boa in grado di strigliare i compagni a superare il primo pressing e dettare le linee di passaggio: qualità che Arteta può richiedere ad oggi al solo Havertz, più un centrocampista offensivo che un nove puro. Motivo per cui se l’Arsenal vuol davvero competere per il titolo serve uno sforzo da parte della società, perchè la storia insegna che nel lungo percorso di un campionato l’assenza di una punta è un limite che prima o poi è destinato ad uscire dall’angolino. Arteta conosce benissimo quanto avvenuto la scorsa stagione ed è per questo che è giunto ai ripari, insegnando ai suoi giocatori a resistere e a sperimentare un calcio più per pratici che per gli esteti. Scelta che sta ripagando, ma la sofferenza di Selhurst Park trasmette l’obbligo di curare tutti i dettagli. Vedremo se il mercato regalerà una sorpresa al fotofinish.
Matteo Salvetti