Un calcio folle. Adrenalinico e spettacolare. E’ successo di tutto al Tynecastle Stadium di Edimburgo, teatro nel quale il Celtic è riuscito a strappare tre punti pesantissimi in ottica scudetto, sconfiggendo i vichinghi degli Hearts e portandosi nuovamente a – 4 lunghezze dai Rangers, capolista, che in contemporanea aveva sconfitto il Livingston. Gara d’altri tempi, difficile e arcigna: gli uomini di Postecoglu hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie, proprio loro che fino al 60′ avevano dominato la partita etichettando il doppio vantaggio e che poi alla prima difficoltà hanno permesso agli Hearts di segnare il momentaneo ( alla fine definitivo) gol dell’1-2. Si sa, la filosofia scozzese non prevede gesti amichevoli tra i calciatori, anche se a questo giro un po’ di sana moralità per fortuna c’è stata. Esattamente al minuto 13, quando il gioco si è interrotto per un lungo applauso nel ricordo di Devin Gordon, bambino e tifoso degli Hearts di soli 13 anni morto suicida qualche giorno fa: una tragedia indelebile, a tal punto che proprio la squadra di Edimburgo si è impegnata al fine di sottolineare quanto sia importante raccontare le proprie paure, i propri tormenti per uscire dalle situazioni intricate che la vita, purtroppo, spesso presenta. Ma la partita c’è stata, eccome.
VECCHIA CONOSCENZA:- Nel Celtic milita infatti una vecchia conoscenza del calcio inglese e anche italiano. Trattasi di Joe Hart, che ha ritrovato un po’ di fiducia dopo i vecchi tentennamenti delle scorse stagioni. A questo giro il Celtic non ha concesso molto in difesa, solo il gol al 62′ di Boyce che ha riaperto la partita, beffando proprio l’ex portiere di City e Torino sotto le gambe. Da quel momento gli Hearts hanno cominciato a spingere e ad assediare l’area di rigore degli ospiti, sbagliando addirittura un rigore ( proprio da Boyce) che avrebbe potuto significare un clamoroso 2-2. Joe Hart non si è visto molto: qualche buona uscita sulle palle alte e ordinaria amministrazione nel gioco con i piedi. La forza del Celtic, durata solo per un’ora, è stata tutta nella fase offensiva.
HATATE E JOTA:- Il giapponese e il portoghese. Non è il titolo di un film, ma la sintesi perfetta di quanto avvenuto al Tynecastle Stadium, perché quando giocano loro due il Celtic è un’altra squadra, rapida e imprevedibile, pericolosa e aggressiva. Joao Pedro Neves Filipe, per gli amici Jota, aveva già scaldato le mani del portiere Gordon con un tiro insidioso nei primi minuti di gioco, nell’attesa dell’eurogol da parte del suo compagno Hatate, che ha vinto un contrasto in mezzo al campo e ha lasciato partire un bolide diretto a spaccare la porta. Dopo il gol del vantaggio numerose le occasioni sprecate. Per fortuna del Celtic, il raddoppio è avvenuto sempre nel primo tempo, questa volta con la punta Giakoumakis che ha chiuso a rete una splendida azione corale.
PAZZO CELTIC IN ATTESA DEI RANGERS:- Come già dicevamo, l’ultima mezz’ora è stata una sofferenza per il pazzo Celtic. Una partita già vinta per poco non è andata a rotoli. E non è la prima volta che capita, anche se a questo giro la posta in palio era altissima. Perché? Semplice: mercoledì prossimo, nella splendida casa del Celtic arriveranno i Rangers, per un match che incarna il vero spirito battagliero scozzese, con kilt e cornamuse svolazzanti, secondo la tradizione. Nel mezzo però un altro turno di Scottish Premiership, che potrebbe dire molto in attesa del big match di mercoledì. Intanto il Celtic si è preso una splendida vittoria in sofferenza con la terza della classe. E vedendo la partita che è venuta fuori, tra la foga del pubblico e qualche amnesia di troppo, non è assolutamente poco.