Donnarumma 6: serata difficilissima per lui. I fischi di San Siro sono assordanti e non lo lasciano giocare nel miglior modo possibile. Rischia il paperone sul bolide di Marcos Alonso, ma tiene alto l’onore italiano con un miracolo decisivo sempre sull’ex laterale della Fiorentina.
Di Lorenzo 4: si limita al solito compitino. Non attacca quasi mai e dalle sue parti passa chiunque. Imbarazzante il vuoto lasciato sul primo gol della Spagna, così come lo sguardo da bella statuina in occasione del raddoppio spagnolo. Oyarzabal e Marcos Alonso sono clienti scomodi, ma il terzino napoletano è stato catturato nella morsa dal primo all’ultimo minuto.
Bonucci 3,5: l’esperienza dovrebbe aiutarlo, e invece. Commette un doppio errore da matita blu: prima l’ammonizione per proteste, poi la gomitata diretta sul volto di Busquets che costa l’espulsione e, di conseguenza, la sconfitta azzurra. Non riesce a dare solidità e nemmeno sicurezza ai compagni. Con Chiellini in campo è un’altra storia.
Bastoni 5,5: scelto da Mancini per cercare di impostare l’azione da dietro, il difensore dell’Inter lotta, soffre ma si perde in modo goffo Ferran Torres, che porta avanti gli ospiti al 13′. Uscito Bonucci non naufraga, anzi, ritrova la bussola e si fa notare per un paio di salvataggi difensivi che avrebbero potuto chiudere la pratica.
Emerson 6: diversamente da Di Lorenzo, il laterale del Chelsea spinge fin che può e non si lascia quasi mai impensierire dagli avversari. E’ lui che mette Chiesa in condizione di far male, e per questo, la sufficienza è guadagnata.
Barella 5: fallisce completamente la marcatura a uomo su Busquets, il quale è libero di impostare come al Barcellona. Nervoso, svogliato e a tratti addormentato. Deve ritrovarsi al più presto. (dal 72′ Calabria S.V)
Jorginho 6,5: a lui il merito di innescare con due grandi palloni Bernardeschi e Insigne. Soffre molto la posizione di Sanabria, ma con il passare dei minuti crescono ritmo e intensità. Il migliore dei suoi. (dal 64′ Pellegrini 6: fa quello che può, impantanato nella tela spagnola per tre quarti della ripresa. Il gol su assist di Chiesa lascia ben sperare e, in una notte piena di rimpianti, gli consegna le chiavi per poter essere titolare nelle prossime partite.)
Verratti 5,5: da lui ci aspettiamo decisamente di più. Il talentino classe 2004 Gavi orbita dalle sue parti, mettendolo anche in confusione sotto l’aspetto mentale. Ma il fenomeno del Psg non brilla mai, non è ispirato e si capisce da subito che non sarebbe stata aria questa sera. (dal 58′ Locatelli 6: forse sarebbe dovuto partire da titolare, ma la ricca mezz’ora offerta dal centrocampista juventino dimostra che ha gamba, testa e voglia per far bene in questo gruppo. Non denigra neanche la fisicità. e lo si vede quando recupera un paio di palloni importanti, non sfruttati dai suoi per la stanchezza nel giocare con un uomo in meno.)
Chiesa 7: un po’ esterno, un po’ punta e infine nuovamente esterno. E’ la stella del momento, quella che brilla più di tutti sotto il cielo cupo di Milano. Mancini se ne accorge e ancora una volta l’ex attaccante della Fiorentina gli regala una prestazione sontuosa, con strappi, qualità e intraprendenza. Impressionante la corsa che porta al gol dell’1-2, soprattutto il modo in cui salta Pau Torres a pochi minuti dalla fine. Un jolly.
Bernardeschi 4,5: l’esperimento da falso nueve si rivela un flop. Entra in partita dopo venti minuti, prova a creare un po’ di scompiglio ma Laporte e Pau Torres lo fermano quasi sempre. Ennesima prestazione incolore di un talento che, settimana dopo settimana, sembra sprofondare nell’anonimato. (dal 46′ Chiellini 6,5: con lui in campo è tutta un’altra storia. Re Giorgio è il pilastro di questa nazionale, persino Bastoni si è trasformato. Mancini gli ordina una difesa a 5 e lui comanda, guida il gruppo e rimprovera quando serve. Prova numerose zingarate in attacco e nonostante l’età dimostra ancora di essere lui il vero leader.
Insigne 5: la spensieratezza non gli manca mai, la precisione si. Se avesse battuto Unai Simon nel primo tempo la partita avrebbe assunto contorni diversi: non l’ha fatto e l’errore pesa sulla pagella finale. Deve imparare ad essere decisivo nelle gare che contano. (dal 58′ Kean 4,5: se da un lato con la sua presenza da bomber puro permette di attaccare meglio la retroguardia spagnola, dall’altro sbaglia palloni su palloni e alimenta la frustrazione dei compagni.)
Mancini 6: prima o poi doveva accadere. Luis Enrique lo inganna con la qualità e con la posizione dei suoi uomini in campo. Il Mancio prova a rispondere con la fisicità, ma a questo giro il meccanismo si inceppa. L’unico errore è stato quello di non aver inserito subito Chiellini dopo l’espulsione di Bonucci, senza aspettare la fine del primo tempo. La Spagna, infatti, ha colpito e chiuso la partita. A lui il merito di aver riequilibrato la squadra nella ripresa, perché l’imbarcata non era utopia.