“Io a 50 anni avrei fatto gol, se ti capita quella palla devi far gol“. Parole pronunciate da Roberto Mancini qualche anno fa al termine di un famoso Inter-Carpi, nel quale i nerazzurri vennero raggiunti sul finale dai romagnoli sbagliando una miriade di occasioni davanti alla porta. I bersagli del tecnico jesino in quell’acceso post-partita furono Palacio e Icardi, ma era un’altra storia e forse un altro mondo. Nonostante tutto, però, la famosissima parabola del Meazza che fece molto discutere può essere traslata anche in Polonia, dove l’Italia dello stesso Mancio non è riuscita a conquistare tre punti che sarebbero determinanti per ipotecare il primo posto nel girone di Nations League. Tante, troppe occasioni da gol fallite, soprattutto nel primo tempo. Una gara non facile, visto il modo di giocare dei polacchi e un campo sicuramente non all’altezza di un palcoscenico del genere. Il pericolo più grande era rappresentato da Robert Lewandowski, fresco campione d’Europa con il Bayern Monaco e sicuramente uno dei più grandi attaccanti in circolazione. Mancini non si lascia influenzare dai pericoli offensivi degli avversari, anzi, decide di lanciare una formazione diversa da quella pronosticabile; in difesa si rivede Acerbi al posto di Chiellini infortunato, sulla corsia di sinistra Emerson Palmieri prende il posto di Spinazzola, ma la novità più grande è nei tre davanti, con Pellegrini in posizione avanzata al sostegno di Belotti e Chiesa.
QUANTI RAMMARICHI:- La serata di Danzica verrà ricordata come quella delle tante palle gol create e non concretizzate. Il primo tempo comincia proprio su questa direzione quando Federico Chiesa, solo davanti al portiere, fallisce al volo un cross perfetto di Belotti. Poi, come se non bastasse, il nuovo attaccante della Juventus prova a costruire azioni su azioni, ma con il passare dei minuti rimane sempre più imbrigliato nella difesa della Polonia; si vede che non è tranquillo, come testimoniato dal fatto che nelle poche occasioni che ha per segnare spara a salve regalando la palla agli spettatori in tribuna. Se Federico Chiesa non è sembrato al meglio soprattutto sotto porta, anche il romanista Pellegrini avrebbe potuto e dovuto fare di più in certe occasioni, invece parte male sbagliando controlli anche elementari e arriva molto spesso a non colpire la palla in area di rigore. Ultimo della lista il terzino del Chelsea Emerson Palmieri, il quale nel primo tempo si supera salvando in scivolata un contropiede polacco pericolosissimo, ma nella ripresa fallisce un colpo di testa clamoroso a due passi da Fabianski. Se quella palla fosse entrata, i tre punti sarebbero stati conquistati. Un vero peccato, complice anche un terreno di gioco pesante e pieno di zolle, sicuramente non favorevole alla qualità tecnica dei calciatori azzurri.
SERVIVA UN MANCINI:- Ritornando al famoso siparietto di Inter-Carpi, forse con Roberto Mancini in campo l’Italia vista questa sera poteva portare a casa una vittoria prestigiosa, anche se sofferta. Nonostante alcune scelte sbagliate da parte dello stesso Mancio, come quelle di preferire Belotti a Immobile oppure tardare un po’ troppo con i cambi, gli Azzurri hanno comunque mostrato alcuni sprazzi di bel gioco, non concluso a dovere. L’errore di Chiesa è da matita rossa, visto il suo prezzo sul mercato e il ruolo che adesso ricopre. Ma la strada è quella giusta, lo testimoniano i risultati ottenuti finora. Mercoledì prossimo arriva l’Olanda, in una sfida ad altissima tensione che in caso di vittoria azzurra potrebbe avvicinare la nostra Nazionale al primo posto nel girone di Nations League. Servirà la giusta cattiveria in fase offensiva, starà a Mancini trovare l’antidoto per motivare i suoi calciatori. A patto di mettersi le scarpette da gioco ed entrare in campo, per dimostrare che a più di 50 anni certi gol si possono ancora realizzare.