Il tempo è prezioso, non è recuperabile e non può essere sprecato. E’ la bilancia che misura il successo e la caduta, tenuti a galla da un sottilissimo equilibrio. Anche nel calcio un centimetro in avanti o uno all’indietro possono valere una stagione, soprattutto quando ti trovi costretto a lanciare un segnale nel derby di Milano, il più prestigioso su scala mondiale. Samir Handanovic ha calcolato nella sua mente tutto questo, perché se è vero che l’Inter ha schiantato il Milan regalandosi un pomeriggio da sogno, è altrettanto vero che il suo portiere (e capitano) ancora una volta ha salvato la scialuppa da una possibile tormenta. Lo ha fatto difendendo l’1-0 con tre parate decisive, due su Ibrahimovic e una su Tonali: istinto puro, reattività vibrante e stacco di gioventù eccelsa nonostante la carta d’identità che è ormai prossima ai 37 anni. Il tutto in quei 52 secondi che “forse” possono cambiare in positivo la stagione dell’Inter, passata dal probabile inferno del pareggio milanista al Paradiso più stellato sotto i colpi della Lu-La, senza neanche sostare all’interno del Purgatorio.
Un motivo in più per sorridere, come ha fatto lo stesso Conte in conferenza, quando ha affermato che adesso anche lui comincia a credere nello scudetto. La classifica appesa alle mura di Appiano parla chiaro: i nerazzurri sono in testa con un +4 sul Milan e un +11 sulla Juventus, che però ha due partite in meno. Potranno restare al comando sfruttando le numerose sensazioni positive che sono venute fuori dal Derby. La prima è il nuovo ruolo di Eriksen, sempre più al centro del progetto e finalmente integrato nel centrocampo interista al fianco dell’insostituibile Brozovic. Poi, come se non bastasse, il ritorno della Lu-la: Romelu si è portato a casa un assist e un gol, Lautaro una doppietta. La vittoria dell’Inter passa anche dalla coppia offensiva, che è tornata in auge proprio nel momento più delicato della stagione, in cui vincere diventa davvero l’unica cosa che conta. Senza tralasciare il lavoro del solito Barella, così come quello della difesa a tre, martoriata nella prima parte di stagione ma sempre più compatta nelle ultime uscite.
E se Conte è riuscito a trasformare le sue lacune tattiche in una compattezza mai vista prima, parte del merito va anche al già citato Samir Handanovic. Il portierone sloveno dall’inizio del 2021 ha aumentato la sua percentuale di parate, concedendo più sicurezza al reparto difensivo e assumendo sempre più il ruolo di leader. Rimane il problema legato alla continuità, come l’errore assieme a Bastoni contro la Juve, ma l’assenza dalle Coppe per l’Inter si rivelerà l’arma infallibile per preparare al meglio nella settimana le singole partite e per giocarsi tutte le possibilità scudetto fino alla fine. Pur consapevoli delle incertezze che questi campionati senza tifosi possono regalare, oggi i nerazzurri hanno lanciato alle rivali un tremendo atto di forza. Hanno rischiato e se la sono cavata: che cosa sarebbe successo infatti se il Milan avesse pareggiato all’inizio della ripresa? La partita avrebbe raggiunto picchi di tensione ancora più marcati, con un risultato da scrivere nonostante il pomeriggio amaro di Pioli e dei suoi ragazzi. Per fortuna dell’Inter, Samir Handanovic è intervenuto con tre miracoli in meno di un minuto e ha tolto ogni dubbio. Quei 52 secondi che ti cambiano la vita e che in questo caso aprono la prima mini-fuga per lo scudetto. Perché il tempo è prezioso, e i dettagli spesso fanno la differenza.