Un pomeriggio dal retrogusto amaro. La sorpresa nel veder giocare l’Inter alle 15 del sabato si è trasformata in una trappola ordita dal più astuto bracconiere: la bestia nerazzurra si è arrestata, come contro il Sassuolo, anche se questa volta un punticino è stato ottenuto, macchiato dai rimpianti di un tempo e dai grossolani errori che una grande squadra non può permettersi se desidera davvero vincere il campionato. A San Siro è andata in scena una battaglia di quartiere, che se da un lato ha mostrato agli oltre settantamila la prodezza balistica di Lautaro, dall’altro ha evidenziato alcuni limiti caratteriali che sono venuti fuori quando lo stesso capitano nerazzurro ha commesso il fallo da rigore che ha riaperto la partita. A quel punto il vento è cambiato, e così gli uomini di Inzaghi si sono ritrovati da un gestibile 2-0 ad un clamoroso 2-2.
TRADIMENTO DIFENSIVO:- Questa volta è mancata davvero la compattezza difensiva. Nonostante il gol di Acerbi, la retroguardia nerazzurra è apparsa spesso in confusione, quasi viziata nei passaggi e nevrotica con il passare dei minuti. Come l’errore da matita blu di Dumfries che ha scatenato il gol del pareggio firmato da Zirkzee, complice anche l’inspiegabile arretramento del duo Bastoni Acerbi che ha permesso all’olandese di piazzare la palla all’angolino destro. Da quel momento in poi l’Inter è scomparsa dal campo, tradita dai suoi difensori che non hanno saputo impostare correttamente l’azione da dietro e dalla troppa imprecisione da parte dei subentrati, Cuadrado su tutti.
SOMMER PROMOSSO:- Un attestato di stima lo merita Yann Sommer. Sfortunatissimo in occasione del rigore quando non è riuscito a deviare quel tanto che basta il tiro insidioso di Orsolini, il portiere svizzero è rimasto sempre sul pezzo, cercando di gestire una difesa stordita in un pomeriggio complicato. Curioso il fatto che alla fine della partita è stato proprio lui a mettere il piedone in uscita su El Azzouzi, salvando i suoi da una beffa che avrebbe avuto dell’incredibile per come maturata. Un epilogo che dovrà far riflettere nella sosta pure Inzaghi, uscito scuro in volto e abbastanza nervoso per tutta la gara. Il segnale di forza che doveva lanciare l’Inter non è arrivato, a differenza invece di quello lanciato da Thiago Motta, che ha regalato un pomeriggio amaro alla sua ex squadra e ai suoi ex tifosi, non terminato in vittoria per via di Sommer.
Matteo Salvetti, presente a San Siro