Tornano con prepotenza e vedono all’orizzonte il traguardo minimo di una stagione disperata. Il Liverpool di Klopp conquista una vittoria importantissima con tre gol di scarto al Turf Moor di Burnley, sotto i colpi spietati di Firmino, Phillips e Oxlade Chamberlain. Adesso i Reds, in virtù di una migliore differenza reti con il Leicester, si portano al quarto posto in classifica, pronti a a giocarsi le ultime chance di qualificazione in Champions ad Anfield contro il Crystal Palace. Se vinceranno sarà fatta, altrimenti il loro destino dipenderà da quello di Rodgers e di Tuchel. A questo giro però gli uomini di Klopp hanno domato un Burnley inferiore sotto l’aspetto tecnico, ma insidioso sul piano fisico, come del resto insegna la figura di Dyche in panchina: la qualità ha avuto la meglio, con il Liverpool che ha rischiato di subire gol in almeno un paio di occasioni ma alla fine si è risvegliato dai suoi incubi terreni per inanellare una prestazione sontuosa e di controllo totale sugli avversari.
Decisiva, come dicevamo, la qualità. Non quella di Salah che si è divorato un’occasione clamorosa in area di rigore calciando la palla alta sopra la traversa davanti al portiere. E neanche quella del suo compagno e amico Thiago Alcantara, il quale pochi secondi prima aveva sciupato malamente un ottimo assist fornito da Firmino accarezzando il palo anche qui a portiere battuto. Per fortuna dei Reds ci ha pensato proprio il “magico Bobby” a portare in vantaggio i suoi: azione corale cominciata da Manè, filtrante per Robinson che crossa rasoterra sui piedi di Firmino il quale con un piattone chirurgico fulmina Norris. Un’occasione simile almeno nella conclusione quella che è capitata sui piedi del nuovo entrato Oxlade Chamberlain, che ha chiuso il match realizzando il 3-0 al minuto 88.
Nel bel mezzo dello spettacolo, la prestazione difensiva del Liverpool. Vera macchia di tutta la stagione dei Reds, bersagliata sul piano mediatico e definita addirittura come imbarazzante e deleteria per una squadra che lotta per la parte alta della classifica, la retroguardia composta da Phillips e Williams ha dominato lungo tutto l’arco del match sulle palle inattive e sulla fisicità del gigante del Burnley Wood, uno di quelli che se avesse i giusti piedi farebbe sfracelli per come manda in confusione nevrotica i difensori che si trova davanti. Questa volta pur divorandosi un gol davanti ad Alisson è andato a sbattere contro il muro, quello che fino a qualche giorno fa veniva considerata la tana dei perdenti. Tutti la pensavano così, tranne Klopp. Che dopo gli sfortunati forfait di Van Dijk, Matip e Gomez ha lanciato nella mischia il giovane e inesperto Phillips ma anche il suo compagno Williams. A gennaio venne comprato Kabak e sembrava quasi che la mancanza di uomini cominciasse ad annebbiare la mente del manager tedesco, invece così non è stato: Klopp ha sempre creduto nei suoi ragazzi e li ha lasciati al loro posto anche quando le cose andavano male. Nel gol segnato proprio dal centrale inglese Philips (il primo della sua carriera) c’è tutta l’adrenalina di una stagione passata tra le fila degli sconfitti in partenza: ha sovrastato Mee di testa e ha permesso al Liverpool con rabbia di raggiungere il doppio vantaggio, per gestirlo con precisione fino al termine del match. Si è lanciato addirittura in una salvataggio sempre di testa sulla linea, quasi a voler dire l’area di rigore è mia e qua dentro comando io.
L’aspetto motivazionale è quello che conta soprattutto negli sport come il calcio. E infatti Klopp a questo giro ha incarnato la figura di uno dei protagonisti delle fiction più seguite d’Italia, il maestro Luca Marioni della Compagnia del Cigno. Un vero e proprio direttore d’orchestra che pure in un mare tormentato dalle difficoltà è riuscito a galleggiare dando ai suoi ragazzi tutti gli spunti per combattere al fronte della vita sempre con lo spirito del guerriero e del sacrificio. Lo stesso lavoro di Klopp, insomma. Adesso ad Anfield andrà in scena l’ultimo atto, in quella che è la casa del Liverpool, popolata dai tifosi che non dimenticano e che vogliono salutare una squadra pronta a giocarsi i gironi della prossima Champions League. Pur nella difficoltà, si lotta per la gloria a testa alta, anche per un obiettivo banale nel mondo dei Reds. Klopp ha lanciato il messaggio, ai suoi ragazzi la risposta.