Comincia malissimo l’avventura dell’Argentina in Qatar. Perdere al debutto contro l’Arabia Saudita per 1-2 non è da tutti, soprattutto quando ti chiami Argentina e hai il “dovere” di arrivare in fondo al torneo, vista la squadra a disposizione. E invece il bello del calcio colpisce ancora: trionfano gli arabi degli emiri e si apre ufficialmente il processo contro gli uomini di Scaloni. I punti che fanno riflettere sono molti infatti anche nella terra che ha dato i natali a Maradona cominciano già a nascere i primi capri espiatori. C’è chi punta il dito contro il c.t Scaloni e chi invece accusa Lautaro, colpevole di aver ritirato la gamba nei momenti confusi della battaglia, come è avvenuto qualche volta all’Inter con i suoi lunghi digiuni da gol.
Uscendo dall’isteria e imboccando la via del ragionamento liberale due sono gli aspetti che colpiscono in maniera negativa: il primo è senza ombra di dubbio la prestazione opaca di Leo Messi. Infortunato alla caviglia (la sua presenza è stata in dubbio fino all’ultimo), la Pulce non ha mai brillato, salvo in un paio di circostanze, quando ha sporcato i guantoni del portiere Al Owais e ovviamente per il rigore segnato, che ha portato l’Albiceleste in vantaggio. Poi, il vuoto cosmico. Durante la rimonta araba l’ex stella del Barcellona non è stato neanche in grado di strigliare la squadra, ha provato a calciare due punizioni una più orrorosa dell’altra e si è perso tra i calci dei giocatori avversari e tra le classiche proteste di frustrazione.
Chi invece ha gestito la partita in maniera ancor peggiore è il c.t Scaloni. Perchè mai in una gara già decisiva lasciar fuori Lisandro Martinez e inserire in difesa l’impulsivo Romero? Francamente la scelta di rinunciare al centrale del Manchester United in favore di quello del Tottenham lascia perplessi: non che Romero sia l’ultimo della lista, però tante volte in carriera (al Genoa se lo ricordano bene) ha perso la testa nei momenti chiave della partita e non ha mai dato quella sicurezza necessaria per guidare la difesa accanto a Otamendi. Proprio l’ex difensore del grifone infatti si è perso Saleh Al Shehri nell’occasione che ha portato al pareggio degli arabi.
Due questioni spinose che faranno discutere fino alla sfida di sabato sera contro il Messico. L’Argentina è obbligata a vincere, sfruttando anche il pari a reti inviolate nell’altra gara del girone tra i messicani e la Polonia. Avranno gli occhi addosso, perché perdere con l’Arabia non è da tutti, ma fallire anche contro il Messico sarebbe pure peggio.