Il miracolo di Inzaghi: Inter agli ottavi, ma a Madrid non sarà box to box

L’Inter ha vinto, ha sperato e alla fine ha conquistato il pass per gli ottavi di Champions League in maniera più che meritata. Non capitava da dieci anni, eppure Simone Inzaghi, nel giorno della sua presentazione come nuovo allenatore nerazzurro aveva dichiarato la volontà di riportare l’Inter dove merita di stare, alla tavola dei dodici club più importanti d’Europa. Pur con tutte le difficoltà del caso il miracolo è stato servito su un piatto d’argento: secco e sonoro 2-0 rifilato allo Shaktar, freschezza d’animo arrivata da Tiraspol, dove il Real Madrid si è divorato in un sol boccone ciò che restava dello Sheriff. Promessa mantenuta, nella stagione più difficile sotto l’aspetto gestionale per un allenatore. Perché se è vero che la squadra ha ormai definitivamente fissato nella scatola cranica una mentalità vincente, è altrettanto vero che Suning (Zhang soprattutto) non ha fatto niente per tranquillizzare un po’ l’ambiente durante la politica di ridimensionamento. Inzaghi si è però rimboccato le maniche: ha dovuto salutare Lukaku ma ha trovato Dzeko, si è visto volar via Hakimi ma ha riscoperto Darmian, è stato costretto a dover rinunciare a Eriksen ma grazie alla sua imprevedibilità ha ridisegnato gli equilibri del centrocampo.

Insomma, l’Inter è più debole sotto il profilo dei nomi ma è più compatta attorno al suo allenatore. Anche contro lo Shaktar, il primo tempo è passato alla storia come la sagra degli errori: almeno 3 palle gol clamorose fallite davanti al solo Trubin (immane quella di Dzeko) e altrettante ripartenze gettate al vento. Sembrava la ripresa di un incubo, o del vampiro di Appiano, per dirla alla Spalletti. Nella ripresa invece le cose sono andate diversamente, con l’Inter che ha finalmente cambiato gli equilibri di una partita stregata e, diciamolo, rubata fino a quel momento dalla squadra di De Zerbi. La doppietta di Dzeko, così come la prestazione di Perisic (da 7,5 in pagella) rappresentano la giusta ciliegina sulla torta nella serata nerazzurra. Per non parlare della tenuta difensiva, già perfetta con il Napoli, coadiuvata da un eterno Skriniar, uno spavaldo Bastoni e un rinato Ranocchia, il quale non ha fatto rimpiangere De Vrij. Tutto conquistato con merito, come sottolineavano gli spettatori presenti al Meazza.

Ma a Madrid non sarà una battaglia senza quartiere. Dimentichiamoci il famoso box to box inglese, perché conoscendo Inzaghi e i suoi l’obiettivo sarà solo uno: vincere per prendersi il primo posto nel girone ed evitare le squadre più temibili del torneo (Man City in primis). Per far questo servirà una squadra intelligente senza grilli sulla testa. Non occorrerà sbilanciarsi più di tanto, altrimenti il Real punisce e lo fa in modo drastico, soprattutto se Benzema e Vinicius saranno vestiti in modalità killer. Inzaghi sa benissimo che giocare al Bernabeu non è cosa da tutti e che dovrà contenere per qualche decina di minuti la sua voglia offensiva di far calcio. Difficile ipotizzare le idee di Simone, visto che quasi tutti i tifosi si aspettano un’ Inter spavalda e senza troppi timori. Ma c’è in palio il primo posto, e questo il Re Mida Inzaghi lo aspetta da metà luglio.

matt99_football

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