Un calvario senza fine. Decisamente troppo brutto per essere vero: l’Everton, che un tempo era assai temibile in Premier League, si trova adesso al terzultimo posto in classifica, a meno due lunghezze dal Burnley e con una gara da recuperare sul campo del Leicester. La squadra di Lampard sta provando con il pensiero ad evitare una clamorosa retrocessione, ma i tifosi dei Toffees ormai vivono nell’incubo da tempo, sono aggrappati ad un’oasi di luce e finché c’è speranza credono, anche se è un obiettivo per cuori forti.
Il derby di Liverpool ha acuito ancora di più i pensieri. Lampard dall’alto della sua esperienza si è impegnato a dare una strigliata alla squadra, la quale però ha provato a difendere uno 0-0 con le unghie e con i denti, prima di subire i gol di Robertson ed Origi. E’ difficile trovare delle note positive al momento che sta attraversando l’Everton: malissimo la difesa, che ogni settimana commette sciocchezze da matita blu, così come il centrocampo, lento, macchinoso e instabile. Persino Richarlison, giocatore più rinomato dei Toffees, è sembrato sfibrato, nervoso, d’altra parte lo dimostrano le numerose sceneggiate create ad oc per perdere un po’ di tempo.
L’unico a cui Lampard dovrebbe affidarsi è il giovane Gordon. Nato a Liverpool e cresciuto calcisticamente nel vivaio dell’Everton, il ragazzino (21 anni) si sta dimostrando l’arma in più della squadra, chiedere ad Alexander Arnold che in un paio di circostanze ha faticato per marcarlo stretto. Da sottolineare la sua spiccata velocità e l’ottima capacità di dribblare in modo efficace l’avversario. Un fattore che all’Everton non dovrebbero sottovalutare per i prossimi impegni, perché se Gordon continuerà per la sua strada le speranze di salvezza aumenteranno, se invece verrà infetto dal morbo dell’arrendevolezza come alcuni suoi compagni, sarà un’utopia restare attaccati alla Premier. Tutto passa per Leicester, gara da dentro o fuori, per evitare un tracollo che avrebbe dell’inspiegabile.