di Matteo Salvetti
Difesa, contropiede, vittoria. Se tra gli oltre settantamila di San Siro era presente qualche nostalgico catenacciaro, costui non potrà essere uscito deluso dallo stadio, perché il Milan ha vinto esattamente così una partita difficile da giudicare. Mentre il Como di Fabregas, con i suoi meravigliosi talenti, ha giocato a calcio e impressionato il pubblico per qualità e palleggio, nei rossoneri non ha brillato nessuno, a parte i soliti Pulisic e Reijnders, gli unici che mettono anima e cuore in un ambiente arido e desolante.
Per tradurre gli ultimi due aggettivi in immagini, è bastato osservare San Siro: vuoto per un quarto d’ora in curva Sud, gelato al gol di Da Cunha, esasperato dopo i primi 45′, leggermente in ripresa al pareggio di Pulisic e al gol vittoria di Reijnders. Un’escalation di emozioni che è cominciata ad inizio gara, quando un errore sotto porta di Musah sembrava inaugurare l’ennesima serataccia della stagione. Così non è stato, vuoi per il raddoppio annullato nuovamente a Da Cunha nel secondo tempo (fuorigioco millimetrico), oppure per il pareggio di Pulisic al termine di un’azione ben combinata con Leao, Gimenez e Reijnders. Da quel momento, il Milan si è ricordato di essere il Milan e la qualità dei singoli ha sconfitto il collettivo, come nel 2-1 di Reijnders, al quale va il merito di aver evitato a Conseicao l’ennesima notte insonne nella sua esperienza rossonera.
Da quando è arrivato a Milano, il portoghese ha sempre provato a metterci la faccia. Ma anche la prestazione offerta dai suoi contro il Como ha certificato che forse questo Milan la faccia non la possiede proprio, piuttosto la maschera dell’indifferenza, che ha creato un netto distacco con i tifosi, i quali nel coro “Cardinale devi vendere… vattene” esprimono il totale disappunto nei confronti di una società assente e ambigua. E così Conseicao non può che essere la vittima sulla quale ondeggiano ogni settimana ombre di papabili sostituti. Si è parlato di Fabregas, ma soprattutto di Allegri. E a proposito di quest’ultimo, vedendo come i rossoneri hanno sconfitto il Como, viene proprio da chiedersi se non ci sia già l’ombra di Max sul Milan del futuro.