Se la passione è figlia della notte, quella del calcio nasce proprio da notti come queste. Sono state due semifinali d’andata straripanti, affascinanti e cariche di un pathos adrenalinico per il quale il refrain “la Premier è il campionato più bello del mondo” è andato in pausa almeno per quarantotto ore. Sia in Bayern Monaco Real Madrid (2-2) che in Dortmund Psg (1-0) i telespettatori da casa e i presenti allo stadio hanno potuto constatare che questa è davvero la Champions della meritocrazia: tutte le quattro squadre interessate sono al top della condizione fisica, concedono e producono azioni da gol, incassano e segnano, ma soprattutto regalano ampi sprazzi di bel gioco. Non che le altre non l’abbiano mai fatto – basti pensare a Inter e Manchester City uscite entrambe troppo presto per la mole offensiva espressa -, semplicemente in questa fase della stagione ci sono club più adatti a meritare questo palcoscenico europeo.
Il filo conduttore che lega Dortmund a Monaco di Baviera sembra quasi la vecchissima Canzona di Bacco che ad un certo punto recitava “di doman non c’è certezza“: è esattamente così, i risultati sono entrambi in bilico e se al Bernabeu verrà giocata un’autentica finale visto il pirotecnico 2-2 dell’andata, il Psg dovrà vincere con due gol di scarto per liberarsi del Dortmund e strappare il pass per Wembley. In Baviera è andata in scena una battaglia d’altri tempi, nella quale gli uomini di Tuchel hanno disputato una delle migliori partite della stagione, salvati da Neuer in un paio di circostanze (bellissimi gli interventi su Kroos e Vinicius) e letali quando Sanè strappa e Kane si presenta dagli ultimi metri. Dall’altro lato però il Real Madrid non muore mai, con Ancelotti in prima linea quando si tratta di contenere i ritmi alti della gara e colpire nel momento giusto: molti hanno ancora davanti agli occhi la rapidissima azione che ha portato il brasiliano Vinicius a liberarsi di un disastroso Kim e a battere così in uscita Neuer per il vantaggio dei blancos.
Gli equilibri sono sottilissimi. Basta chiederlo alle due milanesi, Milan e Inter, che per dettagli non si sono qualificati rispettivamente agli ottavi e ai quarti di finale. Sarebbe curioso infatti interrogare tutti i detrattori del Borussia Dortmund su che cosa pensano adesso di questa squadra, cresciuta notevolmente dal dramma sportivo subito lo scorso 27 maggio, quando gli uomini di Terzic pareggiarono all’ultima giornata in casa contro il Mainz e finirono così per perdere il campionato. Fu un momento di grande disperazione – ricordiamo ancora le lacrime di Adeyemi, la delusione di Haller, l’amarezza di Kobel -, ma adesso il vento è cambiato e nonostante una Bundesliga che vede i gialloneri al quinto posto la riposta pronunciata in Champions è un grido di vendetta che risale lungo le file del muro giallo. Qualche esempio? Il 4-2 rifilato all’Atletico e soprattutto l’1-0 di ieri contro il Psg. Proprio qui gli uomini di Terzic hanno dimostrato il loro stato di salute ottimale, portandosi in vantaggio grazie al potente rasoterra di Fullkrug e divorandosi però almeno tre occasioni da gol. Certo, di mezzo c’è anche la fortuna che aiuta gli audaci: che direzione avrebbe preso infatti la partita se prima Mbappè e dopo Hakimi non avessero centrato il palo interno a Kobel battuto?
Il bello del calcio è anche questo. Spesso divampano le ingiustizie come gli incendi tra i boschi, eppure a questo giro ci sentiamo di dire che è giusto così. Tra una settimana sono fissate le sfide di ritorno e conosceremo finalmente i nomi di quelle due squadre che a Wembley si contenderanno il trofeo. Poi partirà la nuova Champions League, il tempo osannerà la riforma oppure la condannerà, ma intanto gustiamoci il presente. Perché di doman non c’è certezza.
Matteo Salvetti