Nell’ultima puntata eravamo rimasti alla Valle Perigliosa, quella valle stracolma di insidie che spesso e volentieri trafigge anche i cavalieri più esperti. Per uscirne occorrevano sacrificio, volontà e aiuto reciproco. L’Italia di Roberto Mancini ha messo in campo tutti i buoni valori della cavalleria, uscendo dalla bollente guerra contro gli austriaci grazie ad una maggiore esperienza e anche ad un pizzico di fortuna che non guasta mai: se il Var infatti non fosse intervenuto segnalando ben due posizioni di fuorigioco l’inglese Taylor avrebbe convalidato il primo gol e fischiato addirittura un rigore all’Austria. E’ andata di lusso, perché vedendo il gioco latente degli azzurri, se gli uomini di Foda fossero andati in vantaggio probabilmente quella gara non l’avremmo più ripresa. Invece il pericolo è stato scampato, la qualità dei subentrati (Chiesa e Pessina) ci ha permesso di respirare, la vittoria è stata raggiunta e adesso tutti pronti per i quarti di finale. Nel frattempo sono usciti dal torneo sia i campioni del mondo della Francia che i nostri “amici” tedeschi, i quali per questa volta smetteranno di organizzare simpatici siparietti con la pizza margherita e le altre specialità italiane.
Insomma, ne sono successe di cotte e di crude, direbbe un famoso proverbio. Eppure venerdì sera, proprio all’Allianz Arena di Monaco, l’Italia affronterà niente di meno che il Belgio, in quella che forse rappresenta la prima vera battaglia da quando il Mancio siede sulla panchina azzurra. Perché gli uomini di Roberto Martinez sono squadra vera e difficilmente si lasceranno intimorire. Certo, come ho sempre sostenuto sarebbe stato molto più arduo affrontare il Portogallo, vista l’esperienza e l’ottimo palleggio dei vari Diogo Jota, Bruno Fernandes e Joao Moutinho, ma dall’altra parte l’Italia non andrà in gita e se commetterà l’errore di entrare in campo con la testa alle prossime vacanze estive verrà travolta senza pietà; Mancini lo sa, e sono sicuro che insegnerà ai suoi ragazzi come mantenere la calma e andare a vincere la partita.
Già, come fare per vincere la gara? Non sta al sottoscritto dare risposte, posso soltanto descrivere i meccanismi vincenti che hanno portato il Belgio fin qui. Il primo è legato senza ombra di dubbio al portiere, Thibaut Courtois: estremo difensore del Real Madrid, il portierone belga in questi anni ha mostrato tutte le sue qualità, sia fisiche che soprattutto mentali, con quella lucidità che gli ha permesso in più di un’occasione di salvare la pelle ai suoi compagni. Se in porta il livello è altissimo, in difesa spesso e volentieri si balla il tango. Sì, perché ritroviamo la vecchia coppia del Tottenham formata da Alderweireld e Vertonghen, con Vermaelen a completare il terzetto difensivo. Una linea forte fisicamente, ma in grande difficoltà se viene attaccata alle spalle; ecco che allora la chiave potrà essere proprio la posizione di Immobile, che se in serata riuscirà a creare pesanti grattacapi alla retroguardia belga. Poi, il centrocampo, quella parte di campo in cui a detta di Mancini si vincono le partite. Jorginho, Barella e Verratti dovranno lottare con la spada affilata contro Tielemans e Witsel, due giocatori scaltri e ottimi palleggiatori, soprattutto il giocatore del Leicester. Sulle fasce i maggiori pericoli: Meunier (Psg) ha dimostrato di saper difendere in maniera eccelsa, mentre Hazard del Monchenglabach è partito in quarta segnando già due reti in questo Europeo, una tra l’altro contro il Portogallo, decisiva per il passaggio del turno.
E veniamo all’attacco con una domanda: come fermare Romelu Lukaku? Io proporrei un bunker composto da Chiellini e Bastoni, con quest’ultimo che conosce molto bene i movimenti del suo compagno di squadra. Big Rom è devastante sulla corsa e soprattutto davanti alla porta, l’unica soluzione possibile per porre un freno alle sue straordinarie doti atletiche è agire da squadra con una doppia marcatura: il Belgio infatti se non è in forma Lukaku non riesce a rimanere unita e si sfilaccia a macchia d’olio, come nel primo tempo contro la Danimarca. Molti invece i dubbi sulle condizioni di Hazard e di De Bruyne, usciti malconci nell’ultima partita. Se non dovessero farcela quasi sicuramente toccherà a Mertens affiancare Lukaku, un rivale più agevole rispetto agli altri due.
Dalla Valle Perigliosa ecco il primo vero ostacolo per l’Italia, il Ponte della Spada. Per gli amanti dell’epica si tratta di un ponte sottile, tagliente, da affrontare nei centimetri a piedi nudi, con un lungo fiume nero pronto a risucchiarti se cadi di sotto. Un po’ come la sfida con il Belgio, che si giocherà su equilibri sottilissimi, in cui cadere nel baratro è facile se non verranno messi in campo gli stessi valori delle ultime uscite. Se la squadra di Martinez giocherà con la stessa lentezza vista contro il Portogallo, gli uomini del Mancio non avranno difficoltà a passare, ma se invece (come credo) daranno l’anima allora serviranno anche le prodezze di Donnarumma. Per il resto avanti come sempre, senza paura e con rispetto. Il nostro c.t è il più forte del torneo, se riuscirà a dimostralo alzeremo al cielo la coppa e festeggeremo il tricolore. Belgio o non Belgio.