“Dove si balla“, si chiedeva Dargen d’Amico al Festival di Sanremo. In casa Spurs la risposta è precisa: si balla in difesa, a ritmo di salsa sudamericana. Incredibile quanto avvenuto al Tottenham Hotspur Stadium, con il Southampton di Hasenhuttl che si è imposto per 2-3 al termine di una gara rognosa, spinosa e agonisticamente spietata. Gli uomini di Conte, totalmente surclassati dai Saints nelle occasioni da gol, si sono portati in vantaggio due volte, salvo poi ricadere nelle vecchie seduzioni del passato: il miglioramento atletico è evidente, lo è meno quello tattico. E così gli Spurs, che in caso di vittoria avrebbero raggiunto il Manchester United al quinto posto in classifica ( e con 3 gare in meno), non ottengono neanche un punto, sotto lo sguardo pietrificato di Antonio Conte.
NOTE POSITIVE:- Le uniche note positive riguardano l’attacco. Quel tridente offensivo composto da Lucas Moura, Kane e Son sembra aver già inquadrato gli schemi dell’ex tecnico interista. Il gol del vantaggio ne è la dimostrazione: perfetta l’intuizione di Hojberg al limite dell’area di rigore e il conseguente inserimento di Son, anticipato (per sua fortuna) da un goffo intervento di Bednarek, che inchioda il portiere Forster e porta avanti gli Spurs. Analogo discorso per la seconda e ultima marcatura della serata, questa volta segnata davvero dal coreano: il merito va attribuito a Kane, lottatore aggiunto nei duelli in mezzo al campo, che pesca Lucas Moura il quale a sua volta trova la giusta traiettoria geometrica per servire Son e portare nuovamente in vantaggio il Tottenham. Da quel momento il baratro. In dodici minuti il Southampton si è rialzato, meritatamente.
DIFESA HORROR:- Già, la difesa. Troppo brutta per essere vera. Se i Saints hanno vinto e dominato per tutto il primo tempo un pizzico di demerito va attribuito anche alla retroguardia degli Spurs. Conte ha iniziato la partita con il solito 3-4-3 offensivo, poggiato sull’intensità e sull’imprevedibilità. A questo giro però malissimo la prestazione di Romero, che doveva essere il faro difensivo della squadra: così come quella di Sanchez, e pure di Davies, protagonista di uno scivolone colossale sulla rete del momentaneo 1-1 firmato da Broja. Tanto per non farsi mancare niente, l’orrore è ripartito sul finale, quando il Southampton ha vinto la partita segnando due gol praticamente identici, con la difesa del Tottenham schierata e immobile. Elyounoussi e Adams festeggiano, Sanchez ed Emerson invece si guardavano e si davano le colpe a vicenda.
RIVOLUZIONE:- Conoscendo Antonio, perdere una partita così fa male. Riesci a tenerla in piedi grazie ad almeno tre miracoli di Lloris, passi in vantaggio e poi la regali sul finale. Senza considerare il gol annullato a Bergwijn nel recupero per fuorigioco. I segnali sono chiari, al Tottenham probabilmente serve una rivoluzione difensiva, perché quando Conte ha accettato la proposta di Paratici ha fatto intendere che vincere è davvero l’unica cosa che conta. Gli Spurs sono ancora in gioco per la qualificazione in Champions e per la Fa Cup, unico trofeo davvero alla portata. Ma c’è un problema, la difesa. E allora ci chiediamo: sarà mai possibile un ritorno alla linea a quattro per riequilibrare un po’ la rosa? Forse auspicabile, ma conoscendo Conte impossibile.