di Matteo Salvetti
C’è chi “provoca” e chi lascia parlare il campo. In altre parole, rispettivamente Conte e l’Inter, che dopo il divorzio di quattro anni fa hanno interrotto il biennale sodalizio tornando ad essere nemici come ai tempi in cui lo stesso Conte giocava e allenava la Juventus. Curiosamente, il destino ha riacceso la sfida: basta ascoltare le parole del tecnico del Napoli (“Rispetto allo Scudetto vinto due anni fa sono andati via Kim, Osimhen, Zielinski e Kvara senza contare Mario Rui”) per leggere fra le righe l’intento provocatorio lanciato contro i nerazzurri. Perché se è vero che diversi eroi di quel Napoli hanno lasciato la città, è altrettanto vero che nuovi eroi sono arrivati. Il primo è Scott McTominay, attualmente il più forte centrocampista del campionato, andato a segno pure a Bergamo. Poi Buongiorno, che anche se infortunato resta un pilastro della difesa partenopea. Infine, Romelu Lukaku, il pupillo di Conte, voglioso di tornare al livello di qualche anno fa. E ne potremmo aggiungere altri, pensiamo a Neres. Come è possibile allora lanciare il messaggio che questo Napoli si è indebolito rispetto a due anni fa?
Nessuno cada nel tranello. I fatti smentiscono le ipotesi. Ad oggi la realtà vede i partenopei meritatamente al primo posto perché favoriti per accaparrarsi lo scudetto, senza Champions e fuori pure dalla Coppa Italia. Dietro appare l’Inter, che non ha speso energie a parole: Inzaghi si è ormai fatto le ossa nella Milano nerazzurra e sa benissimo che conta vincere, con i titolari e con le riserve. Anche contro l’Empoli, seppur con qualche brivido sul finale, Lautaro e compagni si sono imposti per 3-1, regalando ai tifosi una speranza in più in vista della trasferta di Praga di mercoledì. Certo, l’assenza di Calhanoglu si fa sentire: Asllani appare ancora timido, Zielinski incerto, mentre sul fronte offensivo Taremi non è neanche lontano parente di quel forte attaccante visto al Porto. Ma nonostante gli incerottati i campioni d’Italia vanno avanti per la loro strada, portandosi a -3 lunghezze dal Napoli con una partita da recuperare, che potrebbe significare parità.
Ecco allora che lo scudetto sembra già una questione a due. Con tutto il rispetto per gli atalantini, il premio finale se lo contenderanno Conte e Inzaghi, il predecessore che non credeva nel progetto nerazzurro e il successore che quel progetto l’ha rilanciato e ha portato i trofei oltre al bel gioco . Intrecci, visioni differenti e speranze, come quelle del Napoli, che aspetta il ritorno della Champions auspicando un calo di energie nei rivali. Insomma, da una semplice domenica di metà gennaio il messaggio è stato lanciato forte e chiaro, tra provocazioni e risposte sul campo. Conte-Inter, il duello continua.