di Matteo Salvetti
Il sorriso di Antonio Conte di fronte alle telecamere inquadra perfettamente lo stato d’animo del Napoli in questo momento. L’attacco lanciato da Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio è stato respinto con forza, l’insidia Roma sconfitta sul campo e la vetta della classifica riconquistata: tutto fila per il verso giusto, come evidenziato dalla raggiante accoglienza che Antonio ha ricevuto in quel di Dazn. Un colloquio amichevole, diretto, nel quale è stato mostrato il gol vittoria di Lukaku e sono partite quantità innumerevoli di complimenti e carezze nei confronti della squadra. Diversamente da quanto avvenuto a San Siro, non è stato mostrato alcun episodio di campo con il parere dell’arbitro. Peccato mortale. Perché la comunicazione è importante, talvolta può essere decisiva e questa volta sarebbe stato doveroso chiedere a Conte un parere su un paio di episodi che avrebbero cambiato la partita.
Il primo avviene al 13′ e riguarda Lukaku, protagonista di un intervento estremamente pericoloso su Celik: piede a martello in scivolata sulla caviglia del turco, che rimane dolorante a terra e costringe l’arbitro Massa ad interrompere il gioco. Nessun cartellino giallo estratto dal direttore di gara e nessun intervento neanche da parte del Var, ma rivedendo l’immagine (disponibile qua sotto) la sensazione è che un check con tanto di espulsione non sarebbe stato uno scandalo. Il mancato giallo però è ancora più grave, perché è vero, il calcio non è pallavolo, ma neanche battaglia senza quartiere.
Il secondo episodio dubbio avviene pochi minuti più tardi, precisamente al 27′, curiosamente sempre con Lukaku protagonista. Questa volta a farne le spese è il povero Svilar, che in uscita bassa incassa una pedata in faccia dal suo connazionale. Ancora una volta il gioco viene interrotto ma nessuna ammonizione rifilata a Big Rom.
Se la matematica non è un’opinione, con un protocollo diverso e un arbitro in serata Lukaku sarebbe stato espulso in soli 27 minuti per due gialli meritatissimi. E’ un peccato che il moralista Conte non abbia affrontato di petto la situazione, magari esprimendo liberamente la sua idea, all’insegna di un dialogo costruttivo come quello che si è svolto per due settimane dopo Inter Napoli. Ed è un altrettanto peccato che nessuno tra i suoi interlocutori abbia chiesto un parere sulla gestione dell’arbitro e sui rapporti con il Var, perché il materiale di dibattito era ampio, soprattutto per chi sta a casa e merita spiegazioni. Ecco allora il vero comunicatore, colui che se vince si prende i meriti e rinuncia ai dialoghi costruttivi, se non vince è sempre colpa degli altri. Non è un film, è Antonio Conte in purezza.