Vincere NON è l’unica cosa che conta: Thiago Motta non sarà da Juve, ma un anno di tempo lo vogliamo concedere?

di Matteo Salvetti

Vincere è l’unica cosa che conta. Non importante come: può essere attraverso il bel gioco, sfruttando il contropiede, con un rimpallo al novantesimo, di corto muso, citando Allegri. Il motto della Juventus è sempre stato questo e mai cambierà, un patto tramandato di generazione in generazione che ha formato il dna della storia bianconera e tocca i nervi di ogni componente del management. Nelle ultime ore però si è discusso molto attorno a questo aspetto: sul banco degli imputati è finito Thiago Motta, che da quando è arrivato a Torino sembra aver smembrato lo stile juventino, trasmettendo ai suoi giocatori la volontà di vincere, ma non la capacità, e di conseguenza l’ossessione. L’1-2 subito ieri nella semifinale di Supercoppa evidenzia appunto la parabola di una squadra che va in vantaggio meritatamente (straordinario il gol di Yldiz), ma quando si tratta di chiudere le partite non solo fallisce occasioni clamorose come a inizio secondo tempo, addirittura si fa rimontare dagli avversari. E non è la prima volta che succede. Certo, sarebbe facile addossare la colpa a Vlahovic (non è migliorato rispetto alla gestione Allegri), oppure a Gatti e Di Gregorio, per non parlare dell’ingenuità sul rigore di Locatelli, ma la strada non è questa: la responsabilità è collettiva, nasce, vive e si riproduce all’interno del gruppo, insicuro dei propri mezzi, forse a pezzi fisicamente, vittima anche di alcune scelte discutibili come Mckennie terzino.

E allora torniamo alla posizione discussa di Thiago Motta: è un allenatore da Juventus? Ad oggi probabilmente no. L’ex tecnico del Bologna non si addice infatti allo stile bianconero, che avrebbe avuto bisogno di uomini come Conte, Zidane, Deschamps, grandi campioni e allenatori che conoscono l’ambiente Juventus. Thiago Motta è un pesce fuor d’acqua, i tifosi non stanno quasi più dalla sua parte (se mai effettivamente ci siano stati) e il prossimo mese risulta già decisivo per il suo ruolo. Soprattutto dopo i suoi ultimi interventi, quando si è capito che per lui “vincere NON è l’unica cosa che conta”: un sospetto che nel popolo juventino sta diventando certezza e che, anche se Motta meriterebbe almeno un anno di tempo per essere valutato appieno, lo sta spingendo sempre più nella lista nera dei tifosi.

Lascia un commento