Una domenica da dimenticare. Pranzo indigesto per tutti i tifosi bianconeri, costretti a sopportare lo squallido pareggio col Genoa e la peggior prestazione dell’ultimo periodo. Una penuria totale, che recita 2 pali casuali e un vuoto offensivo enorme: pessimo gioco, pochissime trame, zero aiuto e tanto, fin troppo, nervosismo. La Juventus delle ultime otto partite rappresenta perfettamente l’alter ego del suo allenatore, quel Max Allegri portatore di follie sesquipedali che in un mese è passato dal calcio come “roba semplice” a complicarsi la vita ogni settimana, basta chiedere al povero Chiesa, ieri bersagliato ogniqualvolta gli transitava davanti e minacciato di essere sostituito da Yldiz, mandato a scaldarsi sotto ai suoi stessi occhi.
Segnali evidenti di frustrazione. La squadra è disunita, ognuno segue il proprio istinto e anche Allegri sembra essersene accorto da un po’: l’era della mediazione e del dialogo, vera forza del tecnico livornese, è ormai tramontata con il ritiro ordinato prima della sfida contro il Genoa. Adesso Max ha cambiato registro, il lancio cinematografico della giacca e le continue sguerguenze sono passate dal campo alla stampa. Ne ha fatto le spese il povero giornalista Gianfranco Teotino, reo di aver chiesto al tecnico bianconero alcune delucidazioni in merito agli scarsi risultati dell’ultimo periodo. La risposta becera di Allegri (“Mi faccia una domanda più intelligente e magari rispondo“) è l’ennesima dimostrazione di un’inquietudine di fondo e di uno scarso controllo emotivo di fronte alle telecamere, sullo sfondo di un ambiente che sta diventando ostile e non si pone il problema di fischiare assiduamente quando le cose vanno male.
La Juventus sarà pure terza, ma Allegri ha perso la bussola. Il futuro del tecnico bianconero è appeso ad un filo, c’è chi annuncia la separazione a giugno e chi invece la preannuncia già adesso. Perché lo spogliatoio è spaccato, si veda la grottesca espulsione di Vlahovic, e il posto Champions non è ancora blindato. E quando infatti qualcuno prova a chiedergli perché non schiera il tridente, Allegri si infuria e ordina di fare i giornalisti e non gli allenatori, tanto nessuno capisce nulla fuorché lui. Il problema è che Max dovrebbe sapere di essere pagato per gestire squadra e rapporti con la stampa, ma la sensazione è che abbia perso il controllo di entrambi. E allora i 46 punti fatti fino a febbraio, alcuni assai fortunosi, avevano regalato un’allucinazione collettiva che è terminata dopo la sconfitta con l’Inter, nella quale la Juve ha riconosciuto la sua vera dimensione. La Juve, non Allegri, che credeva nello scudetto ed ora è visibilmente alterato con tutti. Il rischio è che di questo passo la qualificazione in Champions, che è poi l’obiettivo minimo, rischia di sfumare e allora sarà pianto per tutti se Max non inventa soluzioni. Perché questo è davvero il suo lavoro ed è giusto sottolinearlo.
Matteo Salvetti