“Ama, ci stanno insultando tutti“: così Fiorello all’amico e collega Amadeus, protagonista di un festival all’insegna delle polemiche. Il canto collettivo “Bella ciao” intonato nella conferenza stampa di presentazione è diventato il bersaglio iniziale di un manifesto più politico che canoro, mentre il grottesco ballo del qua qua di John Travolta resterà nella memoria collettiva della Rai per moltissimo tempo e continuerà a far discutere. Polemiche su polemiche. Fortuna che coloro i quali secondo le stime avrebbero dovuto suscitare l’indignazione dell’opinione pubblica si siano (al momento) salvati. Stiamo parlando dei La Sad, gruppo musicale composto da Theo, Plant e Fiks, formatosi a Milano nel 2020 e finito nel mirino del Codacons per alcuni testi accusati di sessismo e violenza; nonostante la richiesta di esclusione, Amadeus è andato avanti per la sua strada, arrivando addirittura ad escludere dal festival un mostro sacro come Albano. I ragazzacci milanesi, mattatori assoluti del palcoscenico con le loro creste rosa, capelli verdi-blu, collane e anelli intrecciati, hanno presentato un brano scritto da Riccardo Zanotti e intitolato “Autodistruttivo“. Non è esagerato affermare che il leader dei Pinguini Tattici Nucleari, reduce dal tormentone estivo di “Rubami la notte”, sia stato il loro salvatore, grazie ad una canzone che racconta il forte disagio nella società di oggi e il delicato rapporto con le altre persone.
Nel ritornello “E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino/Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo” è facilissimo ripercorrere quella sensazione di straniamento che purtroppo sfocia spesso nell’alcol e nella conseguente ubriacatura, che se da un lato porta emozioni dall’altro espone inevitabilmente alla sofferenza. Un messaggio che già cominciava a circolare nella metà dell’Ottocento e che oggi diventa più che mai attuale, perché come affermano i La Sad “Autodistruttivo è un brano crudo, che ha il gusto agrodolce delle lacrime ma con uno spiraglio di luce perché c’è sempre un filo di speranza“. Ecco che allora tutti noi nella vita siamo costretti a superare montagne, catene dalle quali è difficile divincolarsi, ma è necessario darsi una scossa affinché la rabbia lasci il posto alla voglia di rivalsa.
Matteo Salvetti