Ancora pochi giorni e sarà resa dei conti. Romelu Lukaku è pronto a tornare a San Siro, in quella che per tre anni è stata la sua casa e adesso rappresenterà il perfetto teatro di scontro tra passato e presente, gioie condivise e rabbia lacerante: nessuno si sarebbe mai aspettato un epilogo del genere, perché le immagini di big rom che girava sulla sua auto per Milano a festeggiare lo scudetto sono un ricordo ancora ben presente nella mente degli interisti. Come anche il giuramento sulla maglia nerazzurra, preziosa per la Curva Nord e per tutto l’ambiente. Spesso però la vita insegna che laddove sembra esserci l’idillio si nasconde il più intrigante tradimento. E’ così in ogni ambito, a maggior ragione nel calcio; persino Marotta lo ha fatto intendere, lui che ne ha gestite tante di situazioni spinose, su tutte quella di Icardi, giudicato comunque migliore nel comportamento rispetto a Lukaku.
Perché chiunque abbia un briciolo di onestà intellettuale arriva a capire che Romelu ha tradito tutti. L’intera Curva Nord, che lo ha sempre difeso e incoronato Re di Milano, è stata sbeffeggiata per due volte (ricordiamo il passaggio al Chelsea), così come Inzaghi, che ha spinto per riprenderlo in squadra, senza tralasciare Marotta e Ausilio, i quali avevano chiesto soltanto un po’ di pazienza per acquistarlo magari a titolo definitivo. Non solo, Lukaku ha tradito il suo migliore amico Lautaro non rispondendo alle chiamate e sottraendosi dunque al confronto diretto. Infine, ha calato l’asso tradendo pure se stesso e la sua reputazione, perché per essere un grande campione occorre sviluppare anche un briciolo di coerenza nelle scelte, qualità che il nove della Roma dimostra di avere solo saltuariamente.
L’Inter dal canto suo ha deciso di rispondere al tradimento con l’amore. L’amore per un club stellare che ha conosciuto davvero bandiere (Zanetti e Zenga su tutte) e che adesso si ritrova a gestire un ragazzo viziato che ha voltato le spalle ad uno stadio intero. Amore da collegare anche un pizzico di moralità, espresso dalla Curva Nord nell’incipit del duro comunicato contro Romelu dello scorso luglio: “chi ti ha tradito tornerà a farlo, non perché ci prova gusto ma perché ciò rientra nella sua indole“. Parole forti e dense di significato, valide per dimostrare l’insegnamento che questa storia ha trasmesso a tutti: nella vita infatti esistono tanti “Lukaku”, persone che sfruttano il tuo profondo affetto per il proprio fine e nel momento giusto lo ricambiano con il tradimento, senza rivolgere spiegazioni e lasciando tutti nell’incredulità come Lautaro.
A San Siro domenica prossima saranno circa 50.000 i fischietti distribuiti per fischiare le giocate di Romelu Lukaku. Una decisione giusta che però dovrà evitare di sfociare in atteggiamenti beceri e offensivi visti i tempi. L’Inter è già pronta a combattere, come ribadito da Di Marco, nella speranza che i tifosi diano la carica giusta anche dal punto di vista morale, per dimostrare all’ex attaccante nerazzurro che al tradimento si risponde con la propria storia e che nei rapporti con il prossimo non bisogna mai abbassare la guarda.