di Matteo Salvetti
Posato sull’incudine da Osimhen e battuto con il martello da De Laurentiis. Sono ore turbolenti per il povero Garcia, virtualmente esonerato dal suo Presidente ma riconfermato dopo il no di Conte, con una piazza che ribolle rabbia nei suoi confronti e un deludente quinto posto in classifica. L’infortunio patito in Nazionale dal nigeriano sembra essere più grave del previsto: gli esami hanno infatti evidenziato una lesione di medio grado al bicipite femorale della coscia destra, con i tempi di recupero che ricoprono un arco di circa 30 giorni. Un colpo durissimo per il Napoli, atteso da sfide delicate dopo la sosta contro Verona, Milan, Salernitana ed Empoli, senza dimenticare l’andata e il ritorno in Champions contro i tedeschi dell’Union Berlino.
Se ai tempi di Spalletti tutti parlavano di un Napoli con e senza Osimhen, adesso Garcia sarà costretto a fare di necessità una virtù. Il suo numero 9 tornerà disponibile solo dopo la prossima sosta, a novembre inoltrato, quando il campo avrà già espresso un primo verdetto circa l’inizio di stagione. Motivo per cui il tecnico francese, già fortemente traballante in panchina, nell’arco di tre settimane dovrà conquistare De Laurentiis e i tifosi trovando (o addirittura inventandosi) l’infallibile antidoto in grado di curare i mali partenopei: il cholito Simeone scalpita per partire dall’inizio, così come Raspadori, che avrebbe la possibilità di ricoprire il ruolo di prima punta, cioè quello che preferisce. Le soluzioni non mancano, basta mostrare il giusto ingegno per trovarle.
Un po’ quello che è mancato contro la Fiorentina, partita nella quale i cambi hanno agevolato i viola e condannato i padroni di casa. Garcia è chiamato dunque ad una prova di maturità verso se stesso e di gestione di uno spogliatoio a tratti spaccato nel rapporto con il tecnico. I mugugni di Politano, le vecchie sceneggiate di Osimhen e la gestione di Kvara sono i tre indizi che fanno la prova e che il Napoli dovrà mettersi alle spalle per non ricadere negli antichi spettri di una volta. Chissà poi se in una situazione del genere, il povero Garcia riuscirà a risollevarsi facendo ricredere l’intero ambiente. Troppo presto per dirlo, perché il rischio di finire nel baratro è alto, così come quello di recuperare terreno in classifica contro tutti i pronostici. Vero è che l’incudine Osimhen da un lato e il martello De Laurentiis dall’altro sono grane incombenti sulla testa di Garcia, da gestire con professionalità, cercando di far uscire il Napoli dall’anonimato e di farlo tornare quello di volta, limpido in campionato e passionale per i tifosi.