Un sogno che può diventare realtà. L’umore dei giocatori dell’Inter e degli interisti in generale oscilla tra l’esaltazione e la consapevolezza che manca ancora uno step per vivere un qualcosa di inaspettato. Perché talvolta la passione induce a commettere errori, come quando in amore sei così attaccato al tuo partner pur sapendo che ti manderà al manicomio. E allora ci caschi dentro a quella follia, soprattutto quando questo sogno porta il nome di finale di Champions. La squadra di Inzaghi ha dimostrato tutto il suo valore, camminando sulle macerie di un Milan che nel primo tempo poteva essere surclassato se il bolide di Calhanoglu non si fosse schiantato sul palo: lo stesso Simone ha ribadito che è stato un peccato non segnare lo 0-3, visto e considerato che i Derby sono per natura imprevedibili e senza un millimetro di logica. Motivo per cui ad Appiano la concentrazione resta altissima. Beppe Marotta non a caso ha smorzato gli animi esaltati di alcuni, perchè se è vero che la vittoria di ieri per come è stata ottenuto significa molto, è altrettanto vero che un passo falso contro il Sassuolo sabato prossimo tornerebbe a mettere a serio rischio la partecipazione dell’Inter alla prossima Champions League.
I nerazzurri lo sanno e lo si è capito anche in campo. Sia Dzeko che Mkhitaryan infatti hanno esultato in modo molto contenuto, suscitando nei compagni quella maturità da grande squadra che manca da tempo ai nerazzurri. Non a caso l’Inter anche dopo la rete dell’armeno ha mostrato sempre lucidità e compattezza, basti osservare la prestazione da 6 di Onana, che non ha effettuato nessuna parata degna di nota. Un canovaccio che i nerazzurri cercheranno di ripetere martedì sera, perchè squadre come il Milan non muoiono mai. Inzaghi e i suoi si sentono sull’Elicona, laddove si abbeveravano di lepos i poeti, ma sanno che la battaglia non è ancora finita. Lo ha scritto pure Calhanohglu, Job’s not finished.