Circumnavigata la boa del primo giro verso la Coppa del mondo sono già aperti i primi verdetti. Tra le numerosissime polemiche e le reiterate accuse alla Fifa per la sua ipocrisia in merito ai diritti civili, il Mondiale in Qatar ha già regalato diverse sorprese, alcune decisamente inaspettate: quanti infatti si sarebbero mai immaginati le sconfitte di Argentina e Germania contro Arabia Saudita e Giappone? Oppure, non ha fatto clamore l’opaca prestazione del Belgio, salvato dal miracoloso Courtois, di gran lunga il miglior portiere al mondo?
Nei pronostici l’Argentina di Messi partiva con il vento in poppa. Non solo per la presenza della Pulce, quanto per la qualità che la squadra di Scaloni possiede dalla cintola in su: i vari Lautaro, Di Maria, Dybala, Correa e chi più ne ha, più ne metta. Ma il bello del calcio è che ogni gara va giocata con la giusta attenzione, basta chiedere all’Arabia Saudita che con un po’ di fortuna e una discreta dose di “cazzimma” è riuscita a fare l’impresa. Così come il Giappone, che a poco più di 24 h di distanza avrebbe fermato niente di meno che la Germania, un’altra candidata alla vittoria finale. La Mannschaft di Flick aveva dalla sua l’ossatura Bayern Monaco, guidata dal capitano Neuer e dai vari Muller, Sule, Gnabry, Kimmich e compagnia bella, campioni che erano già stati allenati dal tecnico tedesco quando questi sedeva sulla panchina dei bavaresi, nello splendido anno del Triplete, in piena pandemia. Si sono sciolti come neve al sole, sotto i latrati del piccolo sergente Nagatomo e del simpatico Yoshida, vecchia conoscenza della Serie A con la maglia della Sampdoria.
Il crollo di due big, ma anche l’ascesa delle altre. Se il Portogallo di Ronaldo ha vinto con il brivido (3-2 contro il Ghana), il Belgio non meritava i tre punti, e se la Francia dopo uno spauracchio iniziale ha schiantato l’Australia, l’Olanda di Van Djik è passata sul Senegal grazie ad un errore grossolano di Mendy. L’unica che ha davvero convinto considerando anche il valore dell’avversario è stato il Brasile, che ha schiantato per 2-0 la Serbia grazie ad una doppietta di Richarlison, burattino nel primo tempo, imperatore nel secondo. Gli uomini di Tite hanno una macchina da guerra, soprattutto sul piano del gioco, basti pensare che la nazionale di Milinkovic e Vlahovic non è mai riuscita a tirare in porta, anzi, è stata presa a pallonate soprattutto nei secondi 45′ di gioco. Motivo per cui, alla fine del primo giro di boa il Brasile scatta in vetta con un piede avanti rispetto alle altre. E occhio alle sorprese, magari alla caparbia Svizzera che tanto ha fatto piangere noi italiani…