E’ arrivato il momento di “prendersi” l’Inter. Per uno come Handanovic, capitano e leader indiscusso dello spogliatoio nerazzurro, suona un po’ strano, eppure le nove giornate che partiranno da sabato prossimo diranno molto (se non tutto) sul futuro del portierone sloveno, sia in campo che fuori. Nove come gli anni trascorsi da Handanovic a San Siro, stracolmi di miracoli e di critiche, talvolta ingenerose. Per il ruolo del portiere è un po’ un cliché, in una piazza come Milano lo è ancora di più: al minimo errore ti saltano tutti addosso e quando gli anni passano gli stessi tifosi che prima ti hanno osannato spesso timbrano il foglio della pensione.
Handanovic tutto questo non lo accusa, va avanti per la sua strada. Si avvia verso i 38 anni, ma resta freddo, glaciale come gli abitanti della sua terra. L’Inter di contro ha già cominciato a guardarsi attorno, prendendo a zero uno come Onana: l’idea è quella di creare una sana concorrenza tra i due, per calibrare quotidianamente l’ex Ajax nel mondo Inter. Samir lo sa e non vuol farsi trovare impreparato, ecco che dunque le prossime nove partite di Serie A (escludendo il derby di Coppa Italia e la probabile finale) saranno vitali per il capitano nerazzurro.
Il primo scoglio, quello più insidioso, è la sfida all’Allianz Stadium contro la Juve, una gara che spesso Handanovic ha toppato negli anni. Poi l’Inter tornerà in scena contro Verona (in casa) e il venerdì santo a La Spezia, altra partita delicata per entrambe le formazioni. Di qui il big match contro la Roma di Mourinho e successivamente Udinese, Empoli, Cagliari e Sampdoria. Da capire ancora l’esito della trasferta di Bologna.
Inutile negare che saranno tutti appuntamenti decisivi in ottica scudetto. Handanovic, che già contro la Fiorentina è stato il man of the match ha il tempo e la possibilità per prendersi nuovamente l’Inter tra le braccia e spedire direttamente in panchina Andrè Onana non appena questi arriverà a Milano. Poi ci sarà il futuro, adesso conta parare il presente.