Donnarumma 5,5: per tutto il primo tempo avrebbe potuto sorseggiare un gustoso tè irlandese, ma nella ripresa i pericoli arrivano minacciosi. Strepitoso al 50′ quando tiene a galla l’Italia con un ottimo riflesso su Saville. Fortunato invece sul finale con quell’uscita scellerata nella terra di nessuno, ma a quel punto gli azzurri avevano già mollato.
Di Lorenzo 6: diversamente da quanto avvenuto con la Svizzera, affronta la gara con convinzione e positività. E’ il migliore dei suoi nel primo tempo, perché mette in difficoltà Lewis e riesce a crearsi i suoi spazi, non sfruttati a dovere dai compagni. Cala nella ripresa come tutta l’Italia
Bonucci 6,5: si immola sul finale salvando davanti alla linea di porta la conclusione di Washington. Per il resto gara in assoluto controllo, agevolato dalla scarsa qualità degli attaccanti nord-irlandesi. E’ il regista della squadra, anche se a questo giro assiste ad un epilogo già scritto.
Acerbi 5,5: se dimostra di essere un ottimo marcatore nell’uno contro uno, perde tutto sotto l’aspetto qualitativo. Mancini gli chiede di impostare con precisione, lui invece non legge i movimenti degli attaccanti e dimostra evidenti lacune tecniche.
Emerson 4,5: il solito compitino difensivo, senza infamia e senza lode. Il problema era che l’Italia doveva vincere, mentre lui invece non spinge e lascia Chiesa nelle fauci degli irlandesi. (dal 85′ st Scamacca sv)
Tonali 5: la sua giovinezza non lo frena più di tanto. Comincia la partita con garra e purtroppo viene ammonito dopo pochi minuti di gioco. Sostituito a fine primo tempo, non riesce più ad incidere come vorrebbe. (Dal 1′ st Cristante 4,5: si perde troppo rapidamente, con errori in impostazione che fanno infuriare Mancini)
Jorginho 5,5: va al piccolo trotto. Lento, macchinoso e poco convinto. La sua attuale versione non è neanche un lontano parente del Jorginho di Chelsea e Euro2020, infatti se non gira lui la squadra affonda nell’anonimato. (dal 23′ st Locatelli 6: entra con impegno, in una fase in cui gli irlandesi pressano e innervosiscono gli azzurri con la loro compattezza difensiva.
Barella 6: tra i centrocampisti è quello un po’ più ispirato. Si fa vedere tra le linee e attacca la profondità in maniera pericolosa, peccato che non viene servito con precisione. (dal 64′ Belotti 4: come Napoleone durante la battaglia di Lipsia. Colpito e affondato.)
Berardi 5,5: tutto bene, ma l’ultimo passaggio? Non sa mai cosa fare, riesce a calciare pochissime volte e quando lo fa non crea alcun grattacapo ad Evans e compagni.
Insigne 4,5: il filtrante per Di Lorenzo nei primi minuti di gioco prometteva bene, poi però quel pizzico di brio si affievolisce col passare dei minuti. Prova varie volte la conclusione, ma Peacock Farrel lo ringrazierà offrendogli una bella birra al pub, per dimenticare. (dal 68′ Bernardeschi 4: non sa neanche effettuare un tiro dalla bandierina.)
Chiesa 6: non si arrende mai, è nervoso ma ci prova. I suoi strappi potevano incutere timore alla barricata nord-irlandese, ma non viene aiutato a dovere dai compagni. Ci prova comunque più di tutti gli altri.
Mancini 5: le prova veramente tutte, ma la serata non promette bene fin dall’inizio. L’Italia è spenta, macchinosa e nel secondo tempo smette di giocare. Comincia la gara senza punte e con il passare dei minuti smonta le certezze acquisite per lanciarsi all’avventura come Ivano nella foresta di Brocelandia. La scelta non paga, soprattutto l’inserimento di Bernardeschi. Adesso, nella fossa dei leoni, le pressioni e la paura aumentano.