I tifosi del Milan dimenticheranno presto Donnarumma, un portiere straordinario tra i pali ma non altrettanto nella vita fuori dal campo. Gigio è ormai il passato, perché in casa rossonera è arrivato un nuovo idolo. Si chiama Mike Maignan, è un ragazzo di 26 anni ed è stato di gran lunga il miglior giocatore dello scorso campionato francese. Diversamente dal suo predecessore, l’ex portiere del Lille alterna prodezze tra i pali a giocate quasi mai azzardate con i piedi. Anche contro la Sampdoria, squadra fisica e piuttosto rognosa, se il Milan pur soffrendo è riuscito ad ottenere la prima vittoria stagionale di misura, parte del merito è proprio del suo nuovo estremo difensore, il quale si è tuffato nel nostro campionato trasmettendo sicurezza ad un reparto difensivo spesso in affanno e cercando di impostare lui stesso l’azione da dietro. Alla fine avevano ragione i teorici: il bel gioco comincia dal numero uno e se gestito con qualità arriva inevitabilmente anche tra gli attaccanti.
Il Milan dunque vince 1-0, lo fa con sofferenza ma dimostra sin dai primi minuti di non essersi dimenticato come far male nelle ripartenze. E’ stato proprio Maignan a pescare al 5′ Rafael Leao, il quale solo davanti alla porta ha cercato di capitalizzare ma è stato bravissimo Audero a deviare la palla in angolo. Era la prima azione del match, dopo una serie di contrasti vinti dai giocatori della Sampdoria, sotto lo sguardo del nuovo allenatore D’Aversa, che per cercare di smorzare le critiche ricevute dopo la sfida con l’Alessandria ha riaffidato le chiavi della difesa al veterano Yoshida. Difesa che però balla e non poco. Da un errore di posizione del milanese Augello è infatti nato il vantaggio del Milan: Calabria strappa la sfera al doriano, mette un pallone rasoterra al centro dell’area e Brahim Diaz infila in porta grazie anche ad un goffo intervento da parte di Audero. Milan in vantaggio.
Pioli a questo punto non è caduto nella trappola come invece ha fatto il suo collega Allegri. Perchè la Sampdoria è un po’ come l’Udinese, concede pochi spazi e quando attacca (soprattutto con Quagliarella) è in grado di creare pesanti grattacapi. Se il giovanotto un po’ invecchiato è assente, ci può pensare pure Gabbiadini, a questo giro sfortunato visto che la sua splendida punizione si è stampata sulla traversa dopo il tocco decisivo di Maignan. Come detto, il Milan ha dovuto continuare a giocare per evitare rischi inutili: Audero è stato impegnato per ben due volte e per fortuna dei doriani ha risposto presente. Il primo squillo è stato lanciato da Theo Hernandez, mentre il secondo (seppur in un fuorigioco rivedibile) è stato scritto da Giroud, il quale si è lasciato incantare dall’ex portiere del Venezia con un po’ troppa facilità.
La campana della battaglia è suonata dopo i primi 45′, per poi riprendere in quella che passerà alla storia come la fase più fisica della partita. Il secondo tempo infatti ha regalato pochissime occasioni da gol, solo tanti contrasti ruvidi e rischiosi. Sembrava di vedere il vecchio calcio storico fiorentino, traslato però in Liguria. E l’infortunio di Gabbiadini (al quale auguriamo una pronta guarigione) ne è purtroppo la testimonianza. Sono le classiche sfide di nervi che al Marassi di Genova conoscono molto attentamente, non solo per lo stadio che da vicino ricalca il modello Premier. Persino Theo Hernandez, uno che ama sgroppare sulla fascia come Jacobs, è stato vicinissimo a diventare il protagonista in negativo del match: palla persa in modo sanguinoso al limite della propria area di rigore e straordinario riflesso di Maignan su Gabbiadini, che poco dopo sarebbe andato ko.
Spazio dunque ai cambi. Pioli ha confermato il suo 4-4-1-1 fino agli ultimi cinque minuti, inserendo Bennacer e Rebic al posto di Diaz e Leao, con Krunic in posizione di trequartista. Mossa molto intelligente da parte sua, perchè capace di rivitalizzare un po’ la manovra facendo correre a vuoto gli uomini di D’Aversa. Solo negli istanti finali è cambiato il canovaccio: se Maignan ha garantito la giusta sicurezza al duo Kjaer-Tomori, l’entrata in campo di capitan Romagnoli in una sorta di 5-3-2 ha permesso di congelare definitivamente il primo obiettivo della stagione. 0-1 al Marassi, frutto di tanta sofferenza e anche di un pizzico di fortuna.
Il Milan è ripartito dalle sue certezze. Lo aveva detto anche Maldini nel pre-partita, “questa squadra è più forte di quella dello scorso anno“. Se possiede giocatori più bravi non possiamo saperlo al momento, vero è però che si tratta di un gruppo capace di reggere pressioni e affanni finali. L’esempio più lampante è il giovane Tomori, abituato ai campi inglesi ma sicuramente più riflessivo di quando vestiva la maglia del Chelsea. Il primo step è stato superato a pieni voti, con tre punti pesanti che portano il Milan alla stessa lunghezza di Inter, Roma, Napoli e Atalanta.