Evviva il calcio minore! Quello che Florentino Perez ha infangato organizzando assieme al suo amico Agnelli la Superlega. Quello che negli ultimi tempi è finito sotto l’occhio del ciclone soprattutto in Spagna. Ma anche quello praticato dal Betis Siviglia, arrivato a Valdebebas senza alcun tabù sul groppone, pronto a far sprofondare dal piedistallo gli uomini di Zidane e, Atletico Madrid permettendo, chiudere la Liga anzitempo. Il Real ha pagato a caro prezzo l’arroganza del suo presidente, infilzato dalla legge del contrappasso che colpisce l’ingordigia con un’onda di umile meritocrazia. Non sono andati oltre lo 0-0 le merengues, in una partita a reti inviolate che ha comunque regalato emozioni, soprattutto nel secondo tempo quando le due squadre si sono allungate ed è saltato il tatticismo: l’ex Pellegrini ottiene un punto prezioso in ottica qualificazione Europa League, mentre il suo collega e amico Zidane un passo indietro che assumerà contorni pesanti qualora l’Atletico dovesse espugnare il San Mamès di Bilbao.
LA PERSONALITA’ DEL BETIS:- Sin dal primo tempo, sotto la pioggia battente di Valdebebas, il Betis ha sfavillato un gioco ammaliante, degno del suo allenatore. Il Real invece ha cercato in parte il possesso palla, piuttosto sterile per sua sfortuna; Zidane che si era ingolosito da un prezioso turnover lasciando fuori sin dal primo minuto Vinicius Jr e Hazard è stato costretto ad inseguire una vittoria che alla fine non è neanche arrivata, come testimonia il deludente 0-0 esposto sul piccolo schermo del suo centro di allenamento. Ma perché? Semplice, il Betis ha mostrato una personalità importantissima; Carvajal è stato contrastato efficacemente dall’altro terzino Miranda il quale non gli ha lasciato praticamente neanche un centimetro di spazio; Modric non ha garantito la giusta qualità sprecando due facili passaggi che hanno permesso al Betis di imbastire un paio di contropiedi pericolosi; Isco non è mai stato dentro la partita, a differenza invece del solito Casemiro che ci hanno la giusta grinta come suo solito.
CHE BENZEMA:- L’unico che si è salvato almeno nella prima frazione di gioco è stato l’eterno Benzema, sempre sul pezzo, rapace come un’aquila e concentrato come un lince di alta montagna. Le uniche due occasioni importanti infatti le ha create proprio il francese; la prima conclusione neutralizzata da un ottimo intervento di Claudio Bravo, la seconda invece è finita alta sopra la traversa, al termine comunque di una girata al volo che solo i migliori sanno fare. Nella ripresa è subentrata un po’ la stanchezza, eppure Benzema è come il mare, resta calmo in alcuni momenti ma quando si agita son dolori per tutti, soprattutto per il Chelsea che dovrà affrontarlo martedì prossimo.
STANCHEZZA E LUNGHEZZA:- Squadre stanche, squadre lunghe. Così il secondo tempo di Valdebebas, sicuramente più spettacolare ma meno tecnico. Il Betis ha continuato a giocare così come nei primi 45′, rischiando in più di un’occasione di segnare il gol del vantaggio. Al Real è andata di lusso, soprattutto quando Zidane ha alzato il baricentro della squadra spostando Casemiro più avanti e inserendo Vinicius Jr per cercare a tutti i costi il gol della vittoria. Non solo non è riuscito nel suo intento, ma si è preso dei rischi enormi in almeno due occasioni, sprecate prima dal messicano Lainez che non ha centrato la porta da posizione invitevole e poi dal povero Rodriguez che ha calciato centralmente dal limite dell’area di rigore. La più clamorosa è stata però quella di Iglesias, che si è fatto incantare da un’ottima uscita bassa di Courtois dopo l’assist perfetto di Canales. Che rischi per il Real Madrid: se il Betis fosse andato in vantaggio ancora più ombre si sarebbero palesate su Zidane e i suoi.
E INVECE:- Courtois ha salvato ancora le merengues. Come nella passata stagione anche in questa il portierone belga si sta mostrando il giocatore più decisivo della squadra. Il Real ne sta beneficiando chiamandolo in causa un po’ troppo, forse anche per l’assenza pesante del capitan Ramos, vero comandante di un reparto che poggiato su Varane e Militao in alcune circostanze va in perenne difficoltà. Non che il Madrid non abbia creato dalle parti di Bravo, basti pensare alla traversa non voluta sul tiro-cross di Vinicius e alla conclusione di Modric respinta con facilità dall’ex portiere del Barcellona. Sono state poche le occasioni costruite dai blancos, i quali si sono imbattuti in una “piccola” ma “grande” della Liga spagnola, guidata da un signor allenatore come Ernesto Pellegrini. E’ riuscito a fermare la sua ex squadra nella quale ha militato nel lontano 2009-10, in un’altra epoca e in un’altra storia. Probabilmente ha chiuso i conti del campionato, oppure semplicemente ha messo Atletico e Barcellona, rispettivamente a +2 e a -3 dal Real, di fronte al proprio destino. E che cosa dirà il simpatico Florentino se per colpa del piccolo Betis dovesse perdere la sua 35esima Liga?