Meno bella e smagliante del solito, più cinica e spietata. L’ultima prova dell’Atalanta prima della battaglia di Madrid si è conclusa con un secco e rotondo 3 a 1 ai danni dello Spezia, in una sfida che ha regalato più contrasti che bel gioco. Non proprio quello che si aspettava la Dea, eppure alla fine dei conti la banda di Gasperini è riuscita a passare un test che sulla carta si presentava insidioso visto l’appuntamento di martedì sera. I giocatori dell’Atalanta sarebbero potuti scendere in campo con la testa altrove, la paura di farsi male in un contrasto e quel pizzico di nervosismo che precede sempre le grandi occasioni. Per fortuna del Gasp, invece, i nerazzurri non hanno sottovalutato lo Spezia, consapevoli delle potenzialità espresse dagli uomini di Italiano durante tutto il corso della stagione. Se gli aquilotti si trovano ancora a lottare per la permanenza in Serie A (e ce la faranno) parte del merito è anche della filosofia mostrata dalla squadra: zero paura, coerenza e spirito di sfacciataggine.
Così è stato anche al Gewiss Stadium. Gasperini ha avvertito il pericolo cambiando due soli uomini nella formazione titolare: dentro Palomino al posto di Romero, così come Muriel al posto di Zapata. Il primo tempo come da previsto è stato sofferto un po’ troppo dai nerazzurri, grazie alle conosciute qualità dello Spezia. L’Atalanta ha rischiato di giocare per la prima volta negli ultimi quattro anni la classica gara di nervi, animata dalle continue interruzioni di gioco per i falli commessi all’avversario, così come dalla discutibile tenuta fisica. E se per poco il portiere spezzino Zoet non ha regalato il gol a Ilicic, alla fine la vera occasione della prima frazione di gioco è capitata sui piedi di Ricci, il quale si è inserito con istinti felini in area di rigore ma non è riuscito a superare un perfetto Sportiello. Qualora il portiere nerazzurro non avesse respinto quella conclusione, sarebbero stati dolori per Gasperini e i suoi soprattutto nella ripresa.
Alla fine, invece, l’Atalanta ha nuovamente confermato che nei secondi tempi arrivano in suo soccorso i poteri magici, tipici dei supereroi. Perché se i preparatori atletici della Dea si stanno confermando come i migliori in assoluto, nel momento in cui si aggiunge pure la qualità è veramente finita per tutti, soprattutto per lo Spezia. La partita si è decisa in due minuti: al 53′ al termine di una splendida azione corale Josip Ilicic ha consegnato la palla a Mario Pasalic per il gol del vantaggio, mentre al 55′ è stata la volta dell’eurogol di Muriel, servito a dovere dall’ottimo assist di testa di Gosens. Non c’è stata più storia, l’unico intoppo lo ha avuto il difensore nerazzurro Dijmsiti, uscito dal campo per una botta subita alla coscia e sostituito a dovere dal formidabile Romero. L’Atalanta si è permessa pure il terzo gol, firmato sempre dal solito Pasalic. Ad animare la serata, ecco anche la marcatura dello Spezia a circa dieci minuti dalla fine. Curiosità: ha segnato il subentrato Roberto Piccoli, l’ex di turno. I problemi però sono stati zero per la Dea, la quale ha gestito e ha rischiato addirittura di portare a casa il poker se non si fosse imposto l’olandese Zoet in un paio di circostanze. Finisce così, con un quarto posto raggiunto e con l’attesa per la sfida di Madrid.
I blancos di Spagna, gli imbattibili e la squadra più importante al mondo almeno per il blasone. Fanno paura solo al pensiero, ma non per l’Atalanta. Perché la partita giocata contro lo Spezia ha insegnato che allo stadio intestato al sommo Alfredo di Stefano servirà la giusta cattiveria sotto porta per vincere la partita e passare il turno. Dimentichiamoci il bel gioco; le trame avvolgenti e seduttive; i sogni lanciati al vento e fatti morire nell’illusione. Niente di tutto questo: le squadre che si sono imposte a Madrid hanno attaccato nei momenti giusti e hanno sofferto quando necessario, sempre mantenendo il giusto equilibrio. Un po’ quello che dovrà fare la Dea, consapevole del fatto che Zidane recupererà sia Sergio Ramos in difesa che Eden Hazard in attacco, al fianco di Benzema. Non avrà però Casemiro, il centrocampista più forte della rosa almeno per il suo senso di posizione. Lì si giocherà la partita. I blancos hanno dimostrato per tutta la stagione la loro perdita di possesso del famoso carrarmato arrembante che annientava persino gli alieni. Ciò nonostante, l’istinto predatorio è rimasto indenne. Anche l’Atalanta però lo possiede, e lo avrebbe fatto vedere nella gara di andata se ad arbitrare ci fosse stato un vero direttore di gara. Vecchie storie a cui Gasperini non deve pensare: i suoi dovranno ribaltare lo 0-1 di Bergamo e si giocheranno la partita con la testa libera. Perché mai come in questo caso vincere è l’unica cosa che conta, anche se davanti c’è il Real Madrid. Comunque andrà, la Dea sfiderà la storia.