L’aquila vola e azzanna il diavolo. Nella notte in cui il Milan aveva l’occasione di aumentare il margine di distacco dalla Juve lo Spezia di Italiano ha colpito a fondo, infliggendo ai rossoneri la prima vera sconfitta pesante della stagione. Non solo per il punteggio (2-0), quanto piuttosto per la prestazione. Appesantito, stanco e senza mordente; tre caratteristiche che racchiudono la serata da incubo del Milan, che non ha effettuato neanche un tiro nello specchio della porta. La preoccupazione di Pioli si faceva già sentire nel silenzio dello stadio, eppure neanche i suoi strilli sono riusciti a svegliare gli undici in campo. Si sono fatti calpestare dagli aquilotti, che hanno collezionato la loro notte da sogno grazie al primo gol in Serie A dello spezzino Maggiore e soprattutto il bolide di Bastoni, magia per gli occhi e simbolo della perfezione vista in campo. Adesso Italiano e i suoi salgono a quota 24, sempre più lontani dai bassifondi della classifica. Dopo aver vinto in trasferta al Mapei con il Sassuolo, gli spezzini si sono ripetuti, fermando addirittura il Milan.
Già, il Milan. La capolista non è praticamente mai scesa in campo, rimanendo ancorata al morboso desiderio del miracolo, questa volta impossibile anche solo nell’immaginazione. Orfani di Rebic per una contusione, i rossoneri avevano comunque ritrovato Kjaer, Bennacer e Calhanoglu, non proprio gli ultimi della lista. I primi minuti, così come l’intera ripresa sono stati privi di quella luce che aveva attraversato il fantomatico gioco del Milan. Per lo Spezia è stato facilissimo bloccare la manovra rossonera: pressing alto e controllo del centrocampo. Dopo aver fermato a uomo un pessimo Kessie, sono partiti i fraseggi degli aquilotti, che potevano sbloccare la partita anche nel primo tempo se Donnarumma non avesse salvato i suoi dal potentissimo tiro di Saponara. L’ottima manovra corale dei liguri ha portato il Milan ad effettuare due soli colpi di testa potenzialmente pericolosi, quelli di Romagnoli e di Mandzukic (allo scadere), innocui per la realizzazione che è venuta fuori. Per il resto, penuria totale. Provedel non ha sporcato neanche la sua casacca arancione.
Proprio l’ex portiere dell’Empoli è stato quello che si è visto di meno anche nel secondo tempo. Italiano lo aveva detto in conferenza, lo Spezia deve divertirsi giocando a calcio. Insegnamento appreso da parte dei suoi, capaci di chiudere la retroguardia rossonera in area di rigore per buona parte della partita; solo Kjaer e Romagnoli hanno provato a tenere alto l’onore del bunker, salvo capitolare sul sigillo di Maggiore e sul missile di Bastoni. L’entrata di Mandzukic, fortemente voluta da Pioli, non ha cambiato di un centimetro l’andamento del match. Anzi, ha aiutato paradossalmente i padroni di casa, i quali sfruttando la fisicità del croato e di Ibrahimovic si sono dimostrati infallibili nello spezzettare la partita secondo i propri ritmi. Piccola nota per lo svedese: l’unica ombra che ha provato ad incarnarsi, peccato però che non sia mai stato messo in condizione di far male.
Insomma, una serata da incubo. Simile a quella della Juventus, diversa in un punto da non sottovalutare: la fallita opportunità di fuga. Sì, perché se il Milan vuole davvero vincere il campionato deve sfruttare meglio questi assist perfetti, lanciati pure da una bandiera come Gattuso. Adesso dovrà prendere in mano il cerino, assieme a Pioli e Maldini, sperando che l’Inter non sconfigga la Lazio. Se i nerazzurri dovessero vincere (difficile) scatterebbe in automatico il sorpasso in classifica. E domenica prossima ci sarà il derby. Un doppio smacco che comincia a colorare l’orizzonte rossonero. Nel mezzo, la prestazione dello Spezia. L’aquila che si è nutrita e che è tornata a sognare, mandando il Milan letteralmente “a picco”.