La musica, si sa…da sempre ha dato il meglio di sè nei momenti storici di maggiore difficoltà. Pensate alla famosa ondata di rock ribelle di fine anni ’60, le rivolte studentesche, i festival più o meno legali che pullulavano in giro per il mondo, le band che nascevano come funghi nelle sale prove improvvisate e che giravano in lungo e in largo con il loro Volkswagen T2.
Ebbene, sembra che questo maledetto 2020 abbia avuto un minimo di buonsenso e ci abbia portato qualcosa del genere, almeno come energia e sonorità. I Sons & Preachers sono riusciti a far riaprire i miei chakra del classic rock, cosa che era successa soltanto con i “grandi classici” della storia, quelli che ereditati in vinile dal papà e che tieni custoditi come preziose reliquie da mostrare in forma di vanto agli amici che vengono a casa tua.
L’intro di “Leave Your Hat On” ti trasporta subito in quelle ambientazioni da telefilm poliziesco anni’70, che trasmettevano all’ora di cena e che guardavi dai nonni, davanti ad un buon piatto di brodo caldo, ma non fatevi ingannare, qui non siamo pantofolai. Ecco che subentra il tappeto di hammond, con basso e cassa all’unisono a caricare la partenza di un brano, che ben presto si impreziosisce anche con la voce della carismatica Myriam Lemberger, che nel video appare in perfetto stile 70’s, con impermeabile lungo, pantalone a zampa e cappello nero, come se fosse uscita da un Woodstock qualsiasi.
La band di Kiel, oltre a lei, è formata da Yonatan Pandelaki (hammond, tastiere, voce), Tobias Lemberger (chitarra, voce) e Volker Starr (batteria).
Il loro motto ed obbiettivo è “Ricreare un sound vintage, ma con un approccio moderno”. E ci riescono davvero bene, perchè questo singolo che ho ascoltato, l’ho subito inserito anche nella mia playlist personale. Non si tratta di qualcosa di “copiato”, ma di costruito secondo una logica ed un gusto musicale davvero ammirevole. Ovviamente, come tutti, anche loro hanno le loro fonti di ispirazione, se dobbiamo citare qualcuno di contemporaneo è inevitabile non pensare ai Greta Van Fleet, The Black Keys, Gary Clark Jr. e Dewolff, che affondano tutti le loro radici nel solito periodo storico.
Pur essendo una giovane band (si sono formati nel 2018), hanno già avuto modo di suonare dal vivo, vincendo una delle più importanti manifestazioni del settore nella Germania Settentrionale, denominata The Band Battle 2018 e arrivando anche in Indonesia, dove vantano una buona fanbase. Il loro primo album, Blackstone è stato rilasciato nel Gennaio 2019, ma questo nuovo singolo che ho recensito fa pensare ad una possibile nuova uscita a breve (cosa che il sottoscritto si augura).